La dolce minaccia che nutre il Long-COVID

27 Novembre 2022
La dolce minaccia che nutre il Long-COVID

Quante volte capita di avere una parola in testa, pronta ad uscire, ma diventa impossibile trovarla immediatamente. Oppure non si riesce a ricordare il nome di quella persona incontrata tante volte, la cui identità dovrebbe essere ben “stampata” in testa. Identificare queste parole diventa una prova estenuante e talvolta imbarazzante.

Se poi si aggiunge una stanchezza inusuale, ben diversa da quella che si conosce, anche se qualcuno cerca di tranquillizzare dicendo è solo “colpa dell’età” o “di un po’ di stress”, in realtà non si è tranquilli per niente.

È vero, in alcuni casi è così, ma se nei tre anni passati si è stati infettati dal SARS CoV-2 (cioè si è avuta una delle varie forme di COVID), si deve riflettere sul fatto che alcuni di questi sintomi sono anche specifici del Long-COVID e che la glicazione (cioè gli effetti di un eccesso individuale di zuccheri, fruttosio, alcol, polioli e carboidrati raffinati) può essere una delle più importanti cause di questi sintomi.

Ormai più di metà degli italiani ha comunque avuto una infezione da SARS CoV-2, e se queste sensazioni si ripetono e persistono nel tempo, è necessario prendere in seria considerazione anche l’ipotesi che l’azione del virus sia amplificata proprio dalle consuetudini alimentari e in particolare da quelle che incidono sulla glicazione.

Gli effetti della glicazione facilitano e mantengono i difetti mnemonici e la stanchezza successiva alla infezione da COVID. Conoscerne i livelli consente di aiutare il recupero del proprio benessere.

Grazie alle acquisizioni scientifiche più recenti, si sono compresi molto bene i meccanismi con cui il COVID altera i normali processi della memoria, determina una maggiore stancabilità e mantiene livelli di stanchezza profondi anche per lungo tempo.

Un articolo pubblicato in settembre 2022 sul Journal of Alzheimer’s Disease ha descritto le possibili evoluzioni verso il declino cognitivo a seguito delle infezioni da COVID 19, anche se paucisintomatiche. 

Fin da 2020, però, una ricerca pubblicata sull’International Journal of Molecular Sciences aveva precisato che nella malattia di Alzheimer, la formazione di sostanza amiloidea (Beta amiloide) e la sua rimozione dal tessuto cerebrale sono entrambi processi correlati con la resistenza insulinica e che la alterata regolazione degli zuccheri porta sia ad una maggiore produzione di beta amiloide sia ad una riduzione della sua rimozione dal cervello. Per questo molti autori, a ragione, parlano dell’Alzheimer come del diabete di tipo 3. 

Una alterata relazione con gli zuccheri è quindi tra le cause più importanti di questi sintomi e il suo controllo, possibile attraverso la misurazione dei suoi reali valori (test PerMè o Glyco Test) dà a chiunque la possibilità di intervenire su questa condizione attraverso un piano nutrizionale personalizzato. 

Attraverso alcune specifiche analisi, infatti, è oggi possibile valutare i livelli di glicazione e di infiammazione presenti nell’organismo ed intervenire con un protocollo nutrizionale personalizzato per aiutare il recupero della normalità.

Ricordiamo che si parla di Long Covid quando una persona è guarita dalla fase acuta del Covid-19, è negativa al tampone e, tuttavia, continua a manifestare sintomi legati alla malattia. La dicitura “Long Covid” comprende entrambe le situazioni qui sotto descritte. 

  • per sintomi di durata compresa tra 4 e 12 settimane dopo l’evento acuto si parla di Malattia Covid-19 sintomatica persistente;
  • per segni e sintomi persistenti da più di 12 settimane dopo l’evento acuto si parla di Sindrome Post-Covid-19.

I valori di Metilgliossale, sostanza glicante misurabile e indicatrice della variabilità glicemica, interferisce con la produzione di energia muscolare perché stimola la resistenza insulinica ed interferisce sui mitocondri inducendo una inibizione della produzione di ATP, determinando quindi la riduzione significativa della produzione di energia muscolare. È un aspetto della glicazione che potrebbe interferire in modo significativo anche sulla resa muscolare e sulla stanchezza  (Mey JT et al. Front Cardiovasc Med. 2018;10;5:117).

Il primo strumento a disposizione per evitare questi aspetti è il controllo dei livelli infiammatori dovuti a zuccheri e alimenti (il Test PerMè e il Glyco Test possono aiutare in questo) per evitare o almeno ridurre l’attivazione a cascata dei processi infiammatori e degenerativi favoriti dalla interazione tra glicazione e attivazione delle citochine (BAFF, PAF, TNF-alfa) e glicotossine come la HMGB1 o lo stesso Metilgliossale.

L’eccesso di uno zucchero specifico può determinare effetti di profonda alterazione della risposta metabolica.

È molto interessante notare che una volta che si sia alterato il metabolismo, anche altri segnali infiammatori possono attivare lo stesso tipo di reazione, anche in assenza dello zucchero stesso. Le persone, dopo l’attivazione della glicazione, sono cioè predisposte a ripetere le stesse manifestazioni cliniche anche per uno stimolo diverso, come quello dovuto a una infiammazione.

Questo è uno dei motivi per cui nel centro SMA in cui lavoro, tutto lo staff medico e nutrizionale personalizza comunque la nutrizione dei nostri pazienti in base ai livelli infiammatori alimentari e a quelli di glicazione.

È grazie alla rieducazione della sensibilità insulinica, ottenibile attraverso l’attività fisica, il controllo dell’infiammazione, l’utilizzo di integratori con effetti sulla regolazione zuccherina (Zerotox Inositox e Glucontrol Base tra i preferiti) e una dieta adeguata e personalizzata, che la memoria riprende vita e i meccanismi difensivi dell’organismo, riattivati, potranno orientare la persona al recupero del benessere e della salute.

Webinar aperto a tutti il 30 novembre

Insieme al dottor Mattia Cappelletti, avremo modo di discutere anche di questi temi nel corso di un

webinar gratuito e aperto a tutti, il prossimo mercoledì 30 Novembre 2022 alle ore 18:30.

Spiegheremo anche come identificare i primi segnali di una possibile infiammazione da zuccheri (glicazione) e valutare i livelli della infiammazione correlata al cibo e spiegheremo come intervenire effettuando un’analisi mirata presso la propria farmacia di fiducia.

Qui di seguito il link per iscriversi e partecipare al webinar:

https://cutt.ly/webinarstanchezza