Cosa fare quando “la pipì” è concentrata

27 Marzo 2022
Cosa fare quando “la pipì” è concentrata

Una eccessiva concentrazione urinaria indica una scarsa utilizzazione di acqua, al di sotto di quanta ne serva per rimanere idratati e sani. Non voglio parlare delle urine “patologiche” come quelle che si possono trovare nel diabete o nelle insufficienze renali (che vanno valutate con il supporto di un medico) ma di quelle che ogni persona più o meno normale può controllare ogni volta che va in bagno. 

Ad esempio capita spesso che con i primi caldi l’idratazione diventi insufficiente e i sintomi non sono solo quelli della sete, che rimane comunque un ottimo segnale dell’organismo troppo spesso inascoltato. Si comincia ad essere stanchi, la fame arriva prima del tempo, ci si affatica in fretta, la concentrazione cala più facilmente.

Tutti questi sintomi molto poco piacevoli si eliminano semplicemente bevendo qualche sana sorsata di acqua. Gasata o naturale che sia, è sicuramente meglio berla ad una temperatura simile a quella esterna rispetto che al gelo del frigorifero, anche se in particolari condizioni anche una temperatura bassa dell’acqua può essere un vantaggio. Molto spesso, bere l’acqua necessaria a idratarsi significa restituire energia, vitalità e serenità al proprio organismo.

Un modo facile per capire quanta acqua si stia bevendo rispetto a quella che si elimina è la valutazione del colore della “pipì”: sarà scura quando l’acqua è poca e più tendente al trasparente quando l’acqua è abbastanza. Un altro parametro utile sono le feci: se sono “a capretta”, molto dure, o difficili da espellere, probabilmente l’acqua che viene bevuta non è sufficiente ed è bene farne una integrazione.

La sete è un segnale importante e l'acqua giusta può ripristinare stanchezza, nervosismo e ipotensione oltre che riportare la pelle ad essere fresca e morbida.

I sintomi che compaiono non sono solo le labbra screpolate o la pelle secca, perché la giusta idratazione aiuta anche la funzione cognitiva e sostiene il tono dell’umore, come spiegato su queste pagine dall’articolo “La giusta idratazione per il buonumore e le labbra secche” di Michela Carola Speciani. In relazione alla stanchezza anche un articolo del 2020 di Flavia Lucca, dal titolo “Idratarsi è importante”, spiega perché l’acqua è fondamentale per l’equilibrio dell’intero organismo.

Nella mia attività clinica, che svolgo insieme ai medici e ai nutrizionisti del centro SMA di Milano, ci troviamo spesso a parlare di peso specifico delle urine (riportato come “p. s.” nell’esame delle urine). Io inizio a discutere coi miei pazienti quando supera il valore di 1,024. Passo lo sguardo tra gli esami e dico: “Sembra di leggere che lei beva poco” e in genere la risposta è: “Come fa a saperlo?”.

Lo si riesce a capire proprio perché si legge quel numerino tra gli esami, che conferma una concentrazione elevata di urina e che stimola il pensiero nella direzione della disidratazione. E quando vedo valori di 1,027 o 1,034 o oltre, in genere uso una metafora molto precisa, spiegando che è come se anziché buttare fuori una “pipì liquida”, nella occasione dell’esame stessero rotolando cubetti di urina concentrata lungo l’uretere. Questo è tra l’altro molto frequentemente causa di accumulo di sabbietta ureterale, la cosiddetta renella, che causa coliche ripetute, quasi sempre trattabili con un po’ di Magnesio, un po’ di Depur e molta più acqua del solito.

In alcuni casi questa concentrazione urinaria aumentata è giustificata dalla stagione o dal periodo molto caldo o da un viaggio aereo precedente l’esame (l’aria condizionata ambientale consuma moltissima acqua) ma nella maggior parte dei casi la vera assente è l’acqua non bevuta a sufficienza. 

È utile anche pensare a quanta acqua sia necessaria quando si pratica attività sportiva e un bellissimo articolo su questo tema è “Sport e idratazione: quanto e cosa bere” di Mattia Cappelletti, in cui si possono trovare le indicazioni utili che tengono conto della percentuale di disidratazione consentita e del modo di reintrodurre i liquidi.

Inoltre, come ama riportare il mio maestro di “spinning” Gianluca Traverso durante le sessioni di lavoro comune, è necessario bere ancor prima di sentire la sete, predisponendo l’assunzione di acqua come se fosse inserita nel programma di allenamento. Durante l’attività fisica intensa, quando si sente la sete, si è già in disidratazione e si perde anche il 10% della performance fisica senza averne consapevolezza.

Nel video correlato a questo articolo, “Come bere l’acqua giusta”, presento anche una regoletta sulla quantità di acqua da consumare giornalmente nel periodo caldo e negli altri mesi dell’anno. Come tutte le regole deve sempre essere personalizzata (basti pensare a una persona che lavora in fonderia e che ha bisogno di 15-16 litri d’acqua al giorno, infrangendo ogni possibile consuetudine) ma il calcolo proposto fornisce una buona base per un ragionamento sensato, adatto alle persone che facciano una attività fisica moderata in un ambiente termico regolare.

  • Mesi caldi: 0,035 x peso corporeo = litri di acqua da consumare ogni giorno
  • Mesi freschi: 0,030 x peso corporeo = litri di acqua da consumare ogni giorno

Facendo un esempio, una persona di 60 Kg di peso corporeo, ogni giorno dovrà bere mediamente (0,030 x 60) = 1,8 litri d’acqua, mentre in estate (0,035 x 60) = 2,1 litri d’acqua. Per una persona di 80 Kg il calcolo sarà di (0,030 x 80) = 2,4 litri d’acqua, mentre in estate (0,035 x 80) = 2,8 litri d’acqua, e così via.