Cosa attraggo nella mia vita?

di Francesca Speciani - Counselor
18 Aprile 2012
Cosa attraggo nella mia vita?

DOMANDA

Buongiorno,ho letto il libro ‘The Secret’, che spiega come il segreto della vita sia evitare tutti i pensieri negativi per lasciar agire la ‘legge dell’attrazione’, che porterà nella nostra vita esattamente ciò che desideriamo. Vorrei regalarlo a un’amica che sta facendo una psicoterapia e secondo me si crogiola troppo nei suoi problemi. È possibile che continuare a parlarne, anche con l’aiuto dello psicoterapeuta, interferisca con la legge dell’attrazione?Alice

RISPOSTA

Cara Alice,
l’idea di poter lasciar andare tutti i pensieri negativi è abbastanza fantasiosa e poco verosimile. Chi fa meditazione sa quanta pratica occorra per imparare a non pensare, anche solo per pochi minuti. Inoltre, progettare di lasciare (o di non fare) una psicoterapia quando è necessaria, per dedicarci esclusivamente a ‘pensare positivo’, mi sembra rischioso e poco efficace. Nessuno di noi può decidere da quali emozioni e da quali pensieri lasciarsi attraversare. Ma di certo possiamo imparare a diventarne consapevoli e poi decidere cosa farne. Anche se il libro è scritto in uno stile molto accattivante, tanto da poter indurre l’idea che il cambiamento possa avvenire come per magia, trovo che offra spunti importanti di riflessione.

Obiettivamente non so se sia vero che pensare a una cosa che desideriamo come se fosse cosa fatta porti automaticamente a realizzarla. Però so che vedere tutto nero ha spesso conseguenze negative. Se mi alzo la mattina e comincio a pensare che il metro sarà gremito di gente, che arriverò tardi al lavoro e che tutta la giornata sarà una corsa per rimettermi in pari, che uscirò tardi dallo studio e che nel frattempo l’amica con cui avevo organizzato di uscire a cena avrà cambiato idea, so già che alcuni degli eventi catastrofici che ho immaginato si realizzeranno. Questo non perché io sia perseguitata dalla sfortuna, ma perché ogni pensiero che produco ne genera altri concatenati, e in questo modo finirò per determinare una serie di conseguenze. Tra queste: a) sarò di pessimo umore tutto il giorno (probabilmente tanto da far passare all’amica la voglia di vedermi), b) continuerò a lamentarmi, alimentando la mia sensazione di impotenza, c) sarò così concentrata su me stessa e sulle mie catastrofi da perdere il contatto con quello che mi accade intorno, quindi nell’impossibilità di fare i passi necessari per affrontare la realtà e modificarla a mio vantaggio. O peggio, farò inconsapevolmente proprio quei passi in grado di produrre il risultato temuto, per avere un’ulteriore conferma della precisione delle mie aspettative.

Il messaggio principale del libro, o almeno quello che ne ho tratto io, credo sia piuttosto che è possibile riorientare il nostro atteggiamento, imparare a notare quando entriamo in quel loop che ci impedisce di stare in contatto con la realtà e, mantenendo chiaro il nostro obiettivo, fermare i pensieri negativi ricorrenti che generano la sensazione di essere in balia di un universo crudele. A mio avviso, quella proposta dal libro è sostanzialmente una forma di meditazione da applicare nella vita quotidiana, un modo per diventare consapevoli di come manipoliamo i nostri pensieri per complicarci la vita.

In questo processo diventa effettivamente più facile spostare l’attenzione sui lati positivi, che sono sempre stati lì, ma che abbiamo imparato a non considerare. Ora, se abbiamo dei problemi seri da affrontare, una psicoterapia può essere di grande aiuto e può solo favorire questo atteggiamento positivo (anche se in alcuni momenti ci porta a dedicarci ai lati più oscuri di noi stessi). Anche praticare la meditazione (bastano quindici minuti) è un valido aiuto per diventare più attenti a noi stessi in relazione con la realtà. Contemporaneamente, affidarci alla legge dell’attrazione nella quotidianità, senza bisogno di negare l’utilità di altri approcci, può aiutarci a guardare alla vita come a un campo pieno di possibilità realizzabili.