di
Francesca Speciani
29 Novembre 2002
A questa conclusione è giunto uno studio condotto in Svezia, nel quale è stata posta sotto osservazione la dieta abituale di 59.038 donne che partecipavano a un programma di screening mammografico.
Dopo aver suddiviso una vasta gamma di cibi comuni in alimenti “sani” (frutta e verdura, cereali, pane integrale, pesce e latticini a basso tenore di grassi) e alimenti generalmente considerati più pericolosi per la salute (carni rosse, carboidrati raffinati, zucchero e cibi con un alto tenore di grassi saturi o idrogenati), gli autori dello studio (Michels KB, Wolk A, A prospective study of variety of healthy foods and mortality in women; Int J Epidemiol 2002 Aug;31 (4):847-54) hanno osservato alcune relazioni interessanti tra la presenza regolare nella dieta dei prodotti dei due gruppi e la longevità delle partecipanti:
Quest'ultimo dato appare decisamente il più nuovo e significativo, soprattutto se consideriamo che ogni cibo sano in più, assunto quotidianamente, sembra abbassare il rischio del 5%.
Complessivamente i risultati dello studio sembrano affermare che rispetto all'astensione dai cibi meno sani (per altro tanto spesso accompagnata dalla sensazione di deprivarsi di qualcosa e suggerita dalla paura di ammalarsi) un atteggiamento attivo, come l'assunzione regolare di alimenti salutari, ha un impatto assai maggiore sulla tutela della salute.
In fondo si tratta di piccoli gesti, come scegliere cereali integrali per la prima colazione, mangiare un mandarino o una mela mentre guardiamo la televisione, sgranocchiare una carota mentre prepariamo la cena e, perché no, regalarci qualcosa di crudo, vivo e colorato prima di qualunque pasto...
L'organismo è capace di adattarsi e, a quanto pare, riesce a gestire bene anche l'incontro con sostanze nocive purché abbia a disposizione le risorse necessarie per difendersi.
Anche l'organismo, viene da dire, pensa positivo!