La sindrome del piriforme, un muscolo che fa le bizze

26 Febbraio 2016
La sindrome del piriforme, un muscolo che fa le bizze

Almeno una volta nella vita molti di noi hanno sentito parlare di questa sindrome, o per sentito dire tramite conoscenti o perché direttamente affetti.

Nel mio lavoro di osteopata ritrovo spesso l’infiammazione e la contrattura di questo “muscoletto” alla base delle sindromi dolorose riportate dai pazienti che vengono in consulenza.

Per trattare bene questo problema è importante non confonderlo con altri tipi di patologie simili, che si manifestano nella stessa zona corporea. 

Si tratta di un disturbo neuromuscolare che insorge quando il muscolo piriforme, situato nella regione del gluteo, comprime od irrita il nervo sciatico (o ischiatico).

I sintomi sono simili a quelli della sciatica o della sciatalgia, nevrite dovuta spesso a una ernia al disco, anche se le cause sono diverse perché questa sindrome non si riferisce alla compressione delle radici dei nervi spinali o di un disco intervertebrale, come accade appunto in caso di ernia.

Il nervo sciatico, infatti, viene coinvolto dalla compressione un po’ più lontano rispetto alla sua origine, precisamente a livello del muscolo gluteo, dove rimane intrappolato proprio a causa delle alterazioni del muscolo piriforme.

Il dolore è spesso percepito come un formicolio o una sensazione di intorpidimento che coinvolge la parte inferiore del corpo e percorre la gamba, irradiandosi dal gluteo fino al piede.

Il dolore può peggiorare durante lo svolgimento di attività quotidiane come salire le scale, camminare, correre oppure dopo aver mantenuto una posizione seduta per lunghi periodi di tempo.

Le cause sono diverse e comprendono traumi, incidenti e variazioni posturali, spesso accentuate da una latente condizione di infiammazione.

Inoltre non esiste un test immediato per formulare una diagnosi, quindi l’ascolto dei sintomi e l’esame obiettivo che escluda altre cause sono fondamentali.

La maggior parte dei trattamenti è orientata alla riduzione della pressione esercitata dal muscolo piriforme sul nervo sciatico.

Nella mia pratica clinica quotidiana baso il mio intervento su tecniche osteopatiche manuali miofasciali mirate a ripristinare la mobilità della parte bassa della schiena, dei glutei e dei muscoli flessori della coscia, oltre che di bacino e colonna lombare.

Le mobilizzazioni includono anche posizioni passive che riducono il dolore e procurino conforto.

Il massaggio, come l’uso del Magnesio, è consigliato in particolare se il dolore sciatico è causato da uno spasmo muscolare.

In fase acuta i sintomi possono anche essere alleviati dall’applicazione di ghiaccio nell’area dolente. Il ghiaccio dovrebbe rimanere sull’area dolente da 15 a 30 minuti diverse volte al giorno.

Con la diminuzione del dolore e il successo di una terapia iniziata precocemente, il paziente è incoraggiato a seguire un programma di lunga durata per mantenere la salute della schiena e prevenire una ricaduta.

Abitualmente suggerisco al paziente degli esercizi di stretching attivo, nei casi più complicati un programma di ginnastica posturale personalizzato o la pratica dello yoga, insieme ad attività fisica regolare (acquagym o camminate).

Istruisco inoltre il paziente sui movimenti meccanici più appropriati per minimizzare i sintomi durante un sollevamento di peso leggero o altre attività sportive praticate.

Superata la fase iniziale di dolore acuto il proseguimento dei trattamenti osteopatici ha come obiettivo anche la valutazione globale posturale, considerando l’eventuale presenza di tensioni viscerali che molto spesso sono fonte di tensioni miofasciali e di stress meccanico a livello della colonna vertebrale. 

Spesso durante la valutazione iniziale noto che la presenza di sintomi e problemi viscerali come gastrite e colite determinano una tensione addominale tale da modificare l’atteggiamento posturale assumendo posizioni antalgiche scorrette.

Quindi propongo al paziente parallelamente al mio approccio, lo studio del Profilo Alimentare Personale e una consulenza nutrizionistica, per una linea di cura mirata a ridurre le infiammazioni presenti. 

In base alla mia esperienza clinica ritengo fondamentale un approccio osteopatico precoce in fase acuta, in grado di dare una netto miglioramento sul dolore acuto, per evitare quegli adattamenti e atteggiamenti scorretti poi difficili e lunghi da sistemare e a seguire propongo un programma di mantenimento preventivo a medio-lungo termine, strutturato in 3-4 sedute somministrate a distanza di 7-10 giorni una dall’altra, che poi si allungano come periodo tra una seduta e l’altra in base alla diminuzione del dolore.

Nella fase iniziale può essere intrapresa una cura farmacologica composta da antinfiammatori e mio-rilassanti come da indicazione del proprio medico curante.

Sul piano della terapia naturale, che spesso prediligo, l’uso di antinfiammatori come Ribilla (4-6 perle al giorno) o Fitocurcuma (2-3 capsule al dì) e di rilassanti muscolari a base di magnesio come MG3 (2-3 tavolette al giorno) è spesso di ottimo supporto alla terapia osteopatica.

Le vostre domande, cui sarò lieto di rispondere, le richieste di informazioni o di approfondimento che mi farete, mi aiuteranno a personalizzare il consiglio terapeutico rendendolo più aderente alle esigenze personali.