Sorpresa: la scienza riscopre l’individuo e la visione globale

27 Febbraio 2001
Sorpresa: la scienza riscopre l'individuo e la visione globale

I fatti sono molto semplici: ci sono dei farmaci (gli inibitori delle proteasi) che hanno nettamente modificato la sopravvivenza dei malati di AIDS; questi farmaci hanno degli importanti effetti collaterali come la trasformazione corporea di chi li usa e la deposizione di grasso in zone particolari; la ricerca su questi effetti ha portato a considerazioni paradossali, utili all’economia di mercato ma non al singolo malato. La notizia recente, del 24 febbraio, è che nessun farmaco sarebbe responsabile degli effetti dannosi, mentre l’uso comune di più farmaci e la particolare storia dei malati di AIDS ne sarebbe la causa. Da parte degli scienziati che utilizzano e fanno utilizzare questi farmaci emergerebbe allora una inusuale visione globale della persona affetta da AIDS.
Fino a pochi giorni fa la terapia dell’AIDS, era legata a schemi di trattamento molto ben codificati; chi veniva seguito nei centri ospedalieri e universitari deputati a farlo, raramente aveva delle possibilità di terapia personalizzata come adesso anche le “Linee Guida” invocherebbero. Poteva talvolta scegliere tra un protocollo sperimentale e un altro fidandosi del medico che gliene parlava, ma qualsiasi deviazione dalla norma delle terapie veniva criticata in modo severo. Proprio questa difficoltà a personalizzare il trattamento portava molte di queste persone a percorrere anche strade di terapia complementare. Si calcola infatti che più del 70% dei sieropositivi segue anche terapie complementari senza informare di questo aspetto il medico “ufficiale” che lo segue.
In questo ultimo e recentissimo periodo la scienza ha iniziato ad occuparsi della lipodistrofia: questa particolare distribuzione di grasso che colpisce chi fa uso delle nuove terapie antiretrovirali.
Va detto ad onore del vero che le prime attentissime comunicazioni sono arrivate dalle comunità omosessuali di San Francisco, e che in quei momenti le risposte mediche scientifiche a questo problema erano assolutamente evasive. Ora invece i risultati di moltissimi lavori, tutti svolti presso centri autorizzati al trattamento con questi farmaci, presentano quasi in contemporanea risultati all’incirca sovrapponibili, e ritengono di avere chiarito il problema. Si sa con certezza che quasi il 20% delle persone trattate, dopo 18 mesi sviluppa questo disturbo (trigliceridi altissimi, anomalie del colesterolo, distribuzione alterata del grasso e trasformazione della forma del corpo). Si pensava che dipendesse da un particolare farmaco, invece dipende dall’insieme del trattamento (dice la rivista The Lancet 2001;357:592-598) e dall’età e dal sesso delle persone trattate oltre che da loro caratteristiche individuali.
Va certamente rilevato che questi farmaci funzionano, ma la sensazione di chi legge queste comunicazioni è che non si voglia fare un torto a nessuno (dei produttori), esattamente come quando qualche anno fa, dopo mesi di discussioni tra i produttori di tre tipi di farmaci, si arrivò a dire che la migliore terapia era quella che li usava tutti e tre in contemporanea.
L’orientamento di Eurosalus.com è quello di valorizzare la individualizzazione delle terapie, l’adattamento ai bisogni del singolo; eppure questa affermazione scientifica sui farmaci anti AIDS stona non poco; se un medico fitoterapeuta o omeopata avesse presentato un lavoro scientifico dicendo che si otteneva un effetto di guarigione grazie alla associazione di 3 o 4 piante medicinali, senza riuscire a distinguerne l’effetto singolo, quel lavoro sarebbe stato rifiutato da qualsiasi rivista medica e quel medico additato ad esempio di scarsa scientificità. Non possiamo che rallegrarci del fatto che anche la scienza “ufficiale” sia arrivata ad accettare delle soluzioni individuali legate più al buon senso e alla visione globale della malattia e del malato, che alla documentazione scientifica. Se mai però dovesse invece emergere un interesse solo economico alla base di questi risultati, questo testimonierebbe il dispregio grave verso gli individui malati o sofferenti, contribuendo alla esplosione di una sfiducia grave e rischiosa.
Alcuni di questi temi sono stati approfonditi in una successiva lettera ad Eurosalus, leggibile cliccando qui