Trovati i colpevoli delle malattie cardiache: biscotti crackers e briochine tra i maggiori indiziati

26 Marzo 2001
Trovati i colpevoli delle malattie cardiache: biscotti crackers e briochine tra i maggiori indiziati

Anche le fette biscottate hanno un buon posto in classifica, e insieme ai grissini e alle torte sono molte lunghezze più avanti di formaggi e carne rossa!

La notizia sembrerebbe sconvolgere le credenze più classiche, ma gli esperti di nutrizione sanno da molti anni che questa notizia veniva semplicemente poco diffusa. È invece molto importante oggi che questo dato compaia in primo piano in un numero della prestigiosa rivista “Lancet”.

Non è una colpa diretta dei dolci, ma dei grassi idrogenati e dei “trans fatty acids” che questi prodotti industriali contengono.

Un gruppo di ricerca olandese (Lancet 2001 Mar 10;357(9258):746-51) ha potuto verificare che aumentando l’introduzione di “trans fatty acids” nella alimentazione, aumenta proporzionalmente la mortalità per malattie coronariche e comunque la possibilità di ammalarsi; questi grassi particolari (che corrispondono ai grassi vegetali idrogenati utilizzati in molti alimenti quotidiani) sono presenti in quasi tutti gli alimenti industriali e derivano dal trattamento dei grassi di scarto delle preparazioni alimentari.

Per avere una idea della loro presenza nei cibi basta leggere la tabella di composizione di alcuni alimenti (clicca qui, e cerca la tabella verde), dove sono indicati i quantitativi di “trans fatty acids” o di grassi idrogenati vegetali contenuti. Un biscotto “costa” come una bistecca di carne rossa, e un pasticcino come 3 bistecche insieme!

Come si vede dalla tabella, questi dati sono stati presentati da un’altra prestigiosa rivista (il New England Journal of Medicine) nel numero del 23 dicembre del 1993, cioè la bellezza di quasi 8 anni fa.

Questi dati, sconvolgenti e importantissimi, vanno però a interferire con l’industria chimica alimentare e quindi sono stati presentati in modo non troppo evidente, per una scelta editoriale.

La risposta pratica e terapeutica sarebbe molto semplice: dare maggior valore alla cucina casalinga e lasciare l’uso della brioche e dei pasticcini (senza dubbio buonissimi) a momenti occasionali.

Purtroppo il 90% degli italiani che lavora fa la prima colazione al bar con cappuccio e brioche, e mangia dolci e biscotti e crackers in abbondanza durante il giorno.

È lodevole il tentativo di alcune industrie alimentari di abbassare parzialmente la percentuale di grassi presenti in questi prodotti industriali, ma la prevenzione della malattia cardiaca ha bisogno di altro. Il primo obbligo è la consapevolezza di questi dati, per potersi gustare serenamente anche qualche dolcetto intrigante, sapendo però che la quotidianità è rispettosa del nostro equilibrio.