Liquirizia: ben oltre una caramella

24 Luglio 2018
Liquirizia: ben oltre una caramella

Alzi la mano a chi, durante la sua infanzia, è capitato di assaggiare i bastoncini o le famose stringhe di liquirizia. Immagino siate in tanti.

Già Edmondo De Amicis scriveva nel suo libro Cuore che tutti gli scolari erano soliti portare in tasca dei pezzi di “regolizia” e ancora oggi in Sicilia e intorno alle province di Teramo, Potenza e Foggia l’industria della liquirizia è sviluppatissima.

La liquirizia non è altro che la radice di Glycyrrhiza glabra L. (Leguminosae), e il settore dolciario è solo uno dei tanti che vede il suo impiego.

In Europa viene ampiamente utilizzata nella medicina erboristica, in alcune parti dell’Asia rappresenta l’ingrediente essenziale di alcuni farmaci e nella Medicina Tradizionale Cinese è comunemente associata ad altre erbe in un’unica prescrizione, come un “farmaco guida”, unico per migliorare l’efficacia degli altri ingredienti.

Masticare radice di liquirizia è un buon rimedio per curare la tosse nei bambini, sostituendo così le caramelle dolci e i lecca-lecca.

Una review pubblicata sul Journal of Ethnopharmacology fornisce interessanti informazioni su questo antico rimedio per un futuro uso clinico, in associazione a determinate categorie di farmaci.

Le diverse proprietà salutistiche associate alla liquirizia sono ben documentate: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la liquirizia può essere impiegata nel trattamento del mal di gola e come espettorante in presenza di tosse, catarro bronchiale e raucedine.

Le modalità migliori per assimilarne i principi attivi, rappresentati da acido glicirrizico, flavonoidi e cumarine, ovviamente escludono l’utilizzo di caramelle zuccherate, generalmente molto povere in termini di principi attivi e con effetto pro-infiammatorio a causa dello zucchero che contengono.

La radice di liquirizia da succhiare, comunemente venduta in supermercati ed erboristerie è, invece, un buon rimedio per curare la tosse nei bambini, che la possono utilizzare al posto di un lecca-lecca.

Anche una tisana a base di radice di liquirizia da assumere ogni due ore rappresenta un ottimo aiuto per alleviare la raucedine.

In alternativa, ottimi anche gli “spezzati” di liquirizia, ovvero estratto secco di liquirizia senza dolcificanti né altri ingredienti aggiunti, reperibili in scatole di legno o latta e miscelati a foglie di alloro.

La liquirizia ha anche un ruolo fondamentale nella profilassi e nel trattamento delle ulcere gastriche e duodenali e della dispepsia. Non a caso viene spesso consumata in presenza di alito cattivo ed è uno degli ingredienti del digestivo più comunemente conosciuto in Italia, il Digestivo Antonetto.

Chiaramente in presenza di problemi di questo tipo l’uso di liquirizia può rappresentare un valido supporto, ma masticare lentamente e mantenere un’alimentazione equilibrata sono le prime attenzioni da mettere in campo.

Infine, sono note le sue proprietà per di chi soffre di pressione bassa e di chi in giornate calde e afose può avere necessità di un piccolo sostegno.

Le sue interessanti caratteristiche curative rendono, dunque, la liquirizia un “quasi farmaco” e come tutti i farmaci è necessario che se ne faccia un uso non prolungato e assiduo.

Infatti, secondo la Food and Drung Administration, che si è espressa sull’argomento nell’ottobre 2017, mangiare 2 once (circa 57 g) di liquirizia al giorno per almeno due settimane potrebbe portare in ospedale adulti over 40 con battito cardiaco irregolare, aritmia o ipokaliemia.

È noto anche che la liquirizia, se assunta in quantità elevate (circa 100 g al giorno), induce ipertensione, che regredisce poi quando se ne evita l’assunzione.

Il meccanismo è legato all’azione dell’acido glicirrizinico che inibisce l’enzima deputato a convertire fisiologicamente il cortisolo in cortisone. Tale conversione servirebbe ad impedire la competizione tra cortisolo e aldosterone nella regolazione del riassorbimento di sodio e acqua a livello renale.

A causa dell’eccesso di acido glicirrizinico, il cortisolo prende il posto dell’aldosterone e ne imita le funzioni, portando il rene a riassorbire acqua e sodio come se ci fosse continuamente uno stimolo da parte di aldosterone; da ultimo, il riassorbimento di acqua indurrebbe aumento della pressione arteriosa.

Bastoncini di liquirizia, tisane e liquirizia pura possono, dunque, rappresentare un valido sostituto a caramelle dolci e chewing-gum, ma è sempre bene porre attenzione alla propria individualità e a non farne un’abitudine quotidiana convertendo la “dipendenza da zucchero” in dipendenza da liquirizia.