Protezione gastrica? No grazie, fratture del femore in agguato

10 Gennaio 2007
Protezione gastrica? No grazie, fratture del femore in agguato

Basta un anno di “protettori” dello stomaco, presi a qualsiasi età, per aumentare nettamente il rischio di fratturarsi il femore o l’anca dopo i 50 anni.

E le fratture sono più numerose se il trattamento è prolungato e la dose più elevata. Trattandosi del secondo gruppo di farmaci più venduto al mondo dopo le statine, la cosa porta a qualche riflessione.

Il lavoro (Yang YX, et al, JAMA 2006 Dec 27;296(24):2947-53), pubblicato su JAMA negli ultimi giorni del 2006, ha valutato un numero molto alto di casi (13.500) e di relativi controlli (135.000) nel corso di 16 anni. Si tratta quindi di un lavoro ben fatto.

I protettori dello stomaco (siano essi inibitori di pompa protonica come lansoprazolo o esomeprazolo cioè farmaci come Nexium, Lansox, Limpidex ecc. oppure anti H2 come ranitidina e cimetidina cioè farmaci come Ranidil, Tagamet) sono usatissimi per moltissime malattie: il reflusso gastroesofageo (diagnosi che oggi non si nega a nessuno), la duodenite, il mal di stomaco, la cattiva digestione, l’ulcera gastrica o quella duodenale e così via, e inoltre vengono comunque associati a qualsiasi terapia che possa accentuare un fastidio dello stomaco.

Quando una qualsiasi persona prende oggi un farmaco analgesico, del cortisone o dei farmaci antibiotici pesanti, farmaci per l’Helicobactyer pilori come per un vasto numero di altre malattie, capita che questi farmaci protettori, discretamente costosi, vengono aggiunti alla terapia di base per tempi anche estremamente prolungati.

Le persone che usano da anni questi farmaci e che non intendono cercare alternative o strade diverse di terapia sono veramente numerose. Siamo quindi di fronte a un fenomeno sociale di notevole spessore dal punto di vista numerico. Ed è obbligatorio riconoscere che questi stessi farmaci spesso non riescono neanche ad assolvere al loro scopo.

Se infatti riducono il dolore di stomaco, nulla fanno per i danni possibili all’intestino. Inoltre fin dal 2003, grazie ai lavori della austriaca Jensen-Jarolim sappiamo che l’uso di queste sostanze favorisce la comparsa di allergie e intolleranze alimentari facilitando spesso un circolo vizioso che determina reflusso gastroesofageo e la riprescrizione del prodotto più costoso del momento come terapia.

Da ultimo sono veramente numerose le donne che stanno facendo una terapia per l’osteoporosi e che contemporaneamente assumono farmaci contro il bruciore di stomaco, probabilmente togliendo da una parte quello che la terapia cerca di fornire dall’altra.

La cosa particolare è che nel foglietto illustrativo di questi prodotti la possibile azione sulla deposizione ossea non sembra essere molto considerata. 

Notevole il rilievo dato alla notizia anche dal New York Times, che ha riportato anche i pareri, assolutamente minimizzanti, dei portavoce dei produttori più coinvolti.

Pertanto resta un importante avviso da dare: chi ha in corso un trattamento con questi farmaci cerchi di capire se esistono strade alternative per la protezione gastrica e chi si sente proporre un trattamento di questo tipo, non come necessità, ma come accompagnamento, ragioni sulla effettiva assunzione del farmaco, sapendo bilanciare benefici e difetti.