Infezione da Covid e diabete. Un rischio vero che si può evitare

1 Maggio 2022
Infezione da Covid e diabete. Un rischio vero che si può evitare

Che sia sintomatico o asintomatico dopo il Covid c’è un rischio di sviluppare diabete di tipo II decisamente aumentato. Peter Jackson, biochimico presso la Stanford University School of Medicine, stima che “la percentuale di pazienti con forma grave di COVID-19 che possono sviluppare il diabete arrivi al 30%”.

Di fatto questa percentuale è elevata, anche se fortunatamente minore, anche in chi supera l’infezione da Covid in modo asintomatico. 

C’è sicuramente una buona notizia: a fronte dell’incremento dei casi di diabete attivati dalla infezione da Covid, il 40% (quindi quasi la metà) dei diabeti post Covid regredisce attivando i giusti processi di controllo della glicazione, mettendo in pratica cioè le giuste indicazioni nutrizionali che controllano i danni da zuccheri. 

Anche bambini e adolescenti sono a maggior rischio di sviluppare diabete dopo infezione da Covid e ad esempio negli USA questo è un dato già definito perché in uno studio retrospettivo si è visto che nella popolazione USA sotto i 18 anni il rischio di incidenza di diabete (sia di tipo I che di tipo II) per chi era stato infettato dal Covid era significativamente più alto, con un OR 2.66, rispetto ai soggetti non infettati dal Covid.

Oggi sappiamo che Glyco test e PerMè (test GEK Lab) permettono di valutare in anticipo i danni da zuccheri e indicano le corrette strategie di contenimento. Quindi, a fronte di una conoscenza personalizzata dei danni da zucchero, è possibile mettere in atto tutte le scelte nutrizionali più adatte ad evitare questo rischio.

Il Covid, anche asintomatico, facilita lo sviluppo di diabete di tipo 2. Conoscere i propri livelli di glicazione e modificare di conseguenza le proprie abitudini alimentari consente di evitare questo rischio.

Varie infezioni, e non solo quella da Sars-Cov-2, possono essere associate a un’iperglicemia e possono in qualche modo favorire la comparsa del diabete in soggetti predisposti. Ma quella da Covid è certa e documentata e purtroppo molto elevata. In un gruppo di 551 pazienti ricoverati per COVID-19 in Italia, quasi la metà ha sviluppato comunque iperglicemia.

A livello mondiale, il diabete si è presentato nel 4% delle persone ricoverate per Covid, ricordando che in un caso su 7 delle infezioni si sviluppa autoimmunità. Questo livello di attivazione immunologica non si riscontra invece nei vaccinati. 

Un articolo pubblicato su Diabetes Research and Clinical Practice in gennaio 2022 ha analizzato i dati di prevalenza del diabete negli USA alla fine del 2019 (10,5% della popolazione) definendo il trend di crescita fino al 2045 (12,2%). Ebbene, un solo anno di Covid, alla fine del 2020, ha portato la prevalenza del diabete esattamente ai livelli previsti per il 2045. 

L’incremento di casi (in media 18,2 per 1000) è anche in funzione della gravità della malattia, perché il Covid grave determina un aumento di casi di 23-24 per 1000 persone dopo un anno, ma anche il Covid paucisintomatico correla comunque con un eccesso di 8,1 casi per per 1000. (Xie Y, et al. Lancet Diabetes Endocrinol. 2022)

Si tratta di un tema di forte impatto sociale futuro di cui si dovrà tenere conto su tutti i possibili piani. La buona notizia è che il 40% di questi casi di diabete, come riferito in Cromer SJ, et al. J Diabetes Complications. 2022, può regredire se vengono messe in atto le corrette azioni preventive. 

Significa che la conoscenza dei propri livelli di glicazione e di infiammazione possono contribuire alla soluzione vera di questo problema e al recupero di un quadro metabolico adeguato. 

Di questo tema e di come aiutare a difendersi parlerò in un webinar gratuito e aperto a tutti Mercoledì 4 maggio alle ore 13:00.

Qui di seguito il link per iscriversi e partecipare:

https://event.webinarjam.com/register/36/wy445co1

A presto.