Gluten sensitivity: come comportarsi?

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
23 Gennaio 2014
Gluten sensitivity: come comportarsi?

DOMANDA

Buongiorno,da anni soffro problemi intestinali e gastrici. Ho eliminato da 3 mesi il glutine dalla dieta e non ho più problemi di diarrea e ansia, ma mi è rimasta flatulenza e problemi digestivi. Vorrei sapere come fare ad avere una diagnosi di gluten sensitivity e come comportarmi.Grazie.

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

sempre più spesso si sente parlare di ipersensibilità al glutine nonostante fino a pochi anni fa la reattività al glutine non celiaca fosse vista come una assoluta sciocchezza.

Ogni giorno vengono pubblicati lavori di grande valore scientifico che rispondono alla sempre più ampia richiesta di comprensione di un fenomeno che per lungo tempo è stato sottaciuto o addirittura negato.

Per arrivare a una diagnosi di gluten sensitivity è importante prima di tutto partire dalla storia del paziente, dai suoi disturbi fino a un’attenta analisi delle personali abitudini alimentari.

Il frumento è il cereali di riferimento nella cucina italiana e questo comporta che molto spesso se ne abusi mangiando in continuazione frumento e cereali affini.

Ad un’anamnesi alimentare ben fatta è utile affiancare l’esecuzione di esami clinici di approfondimento, a partire da un esame completo delle feci. Capita infatti molto spesso che l’ipersensibilità al glutine si accompagni ad alterazioni della funzione intestinale dal malassorbimento fino a un innalzamento di indici di infiammazione intestinale come la calprotectina fecale.

All’analisi delle feci è possibile aggiunge la ricerca di specifici anticorpi nel sangue per escludere una celiachia vera e propria e per valutare la reattività dell’organismo al glutine con anticorpi contro il glutine (anticorpi anti-gliadina IgA e anticorpi anti gliadina IgG).

Agli esami specifici per la gluten sensitivity meglio aggiungere anche analisi più generali per lo studio dell’infiammazione da cibo. Molto spesso capita che il glutine non sia l’unica reattività alimentare e tramite un test come RecallerProgram è possibile identificare i grandi gruppi alimentari a cui si è più sensibili.

Quando si parla di gluten sensitivity non si parla di celiachia e l’obiettivo terapeutico è di insegnare al proprio organismo a tollerare nuovamente il glutine, il frumento e tutti i cereali affini.

Proprio per questo è importante seguire una dieta di rotazione settimanale con dei giorni in cui astenersi dai cereali che contengono glutine e dei giorni in cui reintegrarli magari in piccole quantità e con una modalità che deve rispecchiare in tutto e per tutto lo svezzamento infantile.

La completa esclusione del glutine dalla propria alimentazione rischia di essere controproducente non insegnando all’organismo a tollerare nuovamente il glutine e i cereali che lo contengono, mentre è importante fare di nuovo amicizia con il cibo e recuperare la tolleranza.

Nel grande gruppo alimentare del frumento rientrano anche il farro, il kamut, la segale e l’orzo che contengono tutti glutine mentre cereali come il riso, il mais, l’avena, la quinoa, l’amaranto e il miglio e il grano saraceno sono delle ottime alternative. Questo elenco deve fare comprendere l’importanza di variare i cereali sulla propria tavola imparando a utilizzare il maggior numero di cereali disponibili.

Nel nostro centro di Milano aiutiamo le persone che sospettano di avere una gluten sensitivity a recuperare la tolleranza al glutine attraverso uno specifico percorso terapeutico.