Digiuno breve? Anche il cuore ringrazia…

26 Marzo 2023
Digiuno breve? Anche il cuore ringrazia...

Sulle pagine di Eurosalus parliamo spesso della semplice ed efficace pratica del digiuno breve. Soprattutto perché molti oggi la conoscono come una tecnica utile per dimagrire, mentre noi abbiamo sempre spiegato che aiuta il dimagrimento perché svolge una forte azione antinfiammatoria.

Infatti, digiuno breve e digiuno intermittente vennero usati, in passato, come terapia dell’artrite e dell’asma. Lì si scoprì che avevano anche una ottima azione dimagrante, come abbiamo spiegato nell’articolo “Digiuno breve e digiuno alternato: efficaci e sicuri per le più importanti malattie croniche”. Su base scientifica si possono quindi cercare tutti i diversi effetti possibili in modo semplice e sicuro. 

Una review pubblicata nel dicembre 2022 su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism ha confrontato diciassette lavori scientifici precedenti, facendo una meta-analisi integrata dei dati ed estraendone alcuni di notevole interesse.

È emerso che il Time-Restricted Eating (definizione scientifica del digiuno breve) porta sicuramente ad una riduzione della massa grassa e del peso (quindi c’è un vero dimagrimento) e che questo effetto è decisamente più evidente nelle persone in sovrappeso.

Il digiuno breve è una tecnica semplice che su base scientifica aiuta a ridurre il peso e a ridurre il rischio cardiovascolare a medio e lungo termine, grazie alla sua azione antinfiammatoria.

Il digiuno breve ha portato però anche verso un riequilibrio delle alterazioni di trigliceridi e colesterolo, riducendo soprattutto il colesterolo LDL (cioè quello cattivo).  In questa meta analisi, l’indice di massa corporea BMI e la circonferenza della vita non hanno raggiunto variazioni significative dal punto di vista statistico. 

La riduzione della circonferenza della vita e dell’indice di massa corporea (oltre che del peso) si è invece evidenziata con molta precisione nella ricerca pubblicata in gennaio 2021 sul Journal of Translational Medicine da un gruppo di ricercatori brasiliani. 

Il loro studio, effettuato su donne obese, ha portato inoltre alla riduzione del 12% del rischio di malattie cardiovascolari a 30 anni di distanza. Questo dato era parzialmente correlato alla riduzione di massa grassa.  

Nel momento in cui si riesce a controllare l’infiammazione, a ridurre la massa grassa e a fermare la pericolosa variabilità glicemica, si gettano davvero le basi per mantenersi sani (e in forma) a lungo nel tempo. 

Questo particolare modo di scegliere i tempi e i ritmi adatti alla propria nutrizione è una tecnica che il team medico di SMA, il centro di Milano in cui lavoro, utilizza molto frequentemente, proponendo anzi il “digiuno breve” come pratica da mantenere, un paio di volte alla settimana, anche con fini semplicemente di regolazione insulinica e di azione antinfiammatoria. 

Nei nostri percorsi terapeutici per il sovrappeso, come in quelli per l’asma e per l’artrite in cui si cerca un’azione antinfiammatoria e di controllo della glicazione, la scelta viene sempre personalizzata sui bisogni della singola persona e sulla risposta clinica personale.

Nell’articolo “Digiuno breve: esempi pratici” la dottoressa Vona spiega come mettere in pratica le indicazioni scientifiche del digiuno breve attraverso la descrizione di esempi fruibili da tutti.

Nella nostra pratica clinica siamo contrati alla impostazione costante del digiuno breve (facendolo cioè tutti i giorni) perché questo tipo di scelta riduce poi la adeguatezza terapeutica, facilitando improvvise e inaspettate trasgressioni. Rinunciare del tutto alla convivialità serale e al piacere del cibo risulta spesso essere controproducente e infatti non lo suggeriamo.

Impostare il digiuno breve per un paio di giorni alla settimana (arrivando a tre solo in casi particolari) è in genere sufficiente, se a questo tipo di scelta si affianca una precisa personalizzazione nutrizionale, definita sulla base del proprio profilo alimentare personale e dei propri livelli di glicazione (test GEK Lab). 

L’attività fisica fa parte di una delle indicazioni più importanti perché lo sforzo di scelta nutrizionale personalizzata si trasformi in guadagno di forma fisica, di riduzione del rischio cardiovascolare a breve e lungo termine e perché il proprio cuore, anche se acciaccato, torni a sorridere.