Le pene d’amore che fanno male alla salute

7 Marzo 2013
Le pene d'amore che fanno male alla salute

Che impatto può avere una relazione affettiva sul sistema immunitario? E se lo stress relazionale fa male alla salute, come interferisce sull’efficienza delle difese immunitarie?

Se lo è domandato la dottoressa Lisa Jaremka che, con un gruppo di ricercatori dell’Ohio State University College of Medicine (USA), ha condotto uno studio su 85 coppie. In tutti i partecipanti allo studio che vivevano il rapporto con ansia sono stati riscontrati maggiori livelli di cortisolo e una presenza ridotta di alcune cellule del sistema immunitario (linfociti T) rispetto ai partecipanti con un’affettività più serena. (Dallo studio sono stati esclusi i soggetti fortemente ansiosi, e i risultati non hanno mostrato differenze significative tra uomini e donne).

Dato che il cortisolo è un ormone associato allo stress, per altro in grado di alterare la risposta immunitaria a livello cellulare, e che i linfociti T hanno il compito preciso di difendere l’organismo dagli attacchi esterni, i dati della ricerca suggeriscono uno stretto collegamento tra salute fisica e relazioni affettive, ma soprattutto portano ulteriore concretezza alle interferenze tra il funzionamento del sistema nervoso e del sistema immunitario che da anni è al centro degli studi della psiconeuroimmunologia.

Dal punto di vista di chi osserva da anni le relazioni tra corpo, mente ed emozioni, tuttavia, non è necessariamente vero che sia lo stress relazionale a deprimere il sistema immunitario. Potrebbe essere vero anche il contrario.

Se pensiamo all’organismo come a un ecosistema in cui i meccanismi fisici e psicologici non funzionano separatamente, ma sono regolati internamente da un’unica forma di gestione del sistema nel suo complesso, che riproduce uno schema simile in vari distretti, non è difficile osservare analogie tra ciò che avviene sul piano emotivo e su quello fisico, in questo caso sul piano della relazione affettiva e su quello delle difese immunitarie.

L’esasperata ricerca di fusione con l’altro – ben rappresentata in situazioni quali la dipendenza affettiva, l’ansia da separazione, la gelosia morbosa, l’ansia da prestazione, la paura del rifiuto – non sufficientemente equilibrata dall’autonomia personale, è riflessa simbolicamente da un sistema immunitario più permeabile del necessario. In entrambi i casi, cioè, abbiamo un soggetto che lascia sguarniti i suoi confini.

Se infatti il sistema immunitario, insegnandoci fin dalla nascita a differenziare ciò che è “noi” da ciò che è “altro da noi”, si fa garante e responsabile del mantenimento della nostra individualità, certamente possiamo apprendere da questo meccanismo cosa ci manca nel rapporto con la della persona che amiamo (o che, in un certo senso, amiamo “troppo”).

Trovare un confine sicuro ed elastico tra noi stessi e la persona amata non è solo un modo di proteggerci dalla perdita di identità, ma è soprattutto un modo per rendere autentico l’incontro, che può avvenire solo tra individui interi e differenziati (nella fusione, che tanto facilmente diventa con-fusione, riusciamo a vedere solo noi stessi o solo l’altro).

Analogamente, possiamo incontrare senza pericolo il mondo che ci circonda, ed esplorarlo con piacere, solo quando, sapendo chi siamo, schieriamo correttamente sul confine le nostre difese immunitarie. 

Se i risultati dello studio riportato fanno pensare che agendo sul disagio relazionale è possibile ricostruire le nostre difese immunitarie, probabilmente vale la pena di ricordare la massima per cui un cassetto si chiude più facilmente spingendolo sui due lati.

Possiamo quindi cogliere il messaggio prezioso contenuto nell’abbassamento delle difese immunitarie (spesso più facile da identificare) e prenderci cura del nostro benessere fisico –  anche con uno stile di vita sano, con l’alimentazione e con l’attività fisica – e insieme della nostra integrità emotiva, se occorre anche con l’aiuto di un esperto.

In attesa di studi più approfonditi, non è difficile pensare che la costruzione di confini sicuri ed elastici su uno dei piani coinvolti si rifletterà in modo assai favorevole anche sull’integrità dell’altro.