Fibromialgia: come ridurre l’infiammazione?

di Attilio Speciani - Allergologo e Immunologo Clinico
16 Ottobre 2014
Fibromialgia: come ridurre l'infiammazione?

DOMANDA

Gentile Dottore, un anno fa circa mi è stata diagnosticata la fibromialgia. Sto male: non posso più mangiare nulla e qualsiasi alimento mi causa una reazione. Sono gonfia e la mia pelle ha un aspetto non sano. Cosa posso fare? Un test come Recaller 2.0 può essere utile? Grazie per il tempo dedicatomi.

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

situazioni come la fibromialgia devono essere affrontate da un punto di vista multidisciplinare, per cui è importante un lavoro di interscambio tra diverse figure mediche: immunologi, reumatologi, ortopedici, neurologi, psichiatri o psicologi e nutrizionisti hanno tutti un ruolo nel percorso di guarigione. 

Nel centro SMA in cui lavoro, insieme ai componenti del team medico, ci occupiamo molto frequentemente di persone che soffrono di fibromialgia, e l’approccio usuale per affrontare questa condizione parte dalla valutazione della condizione infiammatoria e metabolica.

La fibromialgia è infatti una condizione complessa in cui l’infiammazione coinvolge muscoli, articolazioni e sistema nervoso, creando allo stesso tempo interferenze sull’attività metabolica e ormonale dell’organismo. Una scelta alimentare personalizzata, grazie all’utilizzo del test PerMè, che affianca lo studio della infiammazione da zuccheri e da alimenti alla definizione di un profilo alimentare personale, consente spesso di affrontare efficacemente la condizione di sofferenza che ogni persona presenta in modo diverso. 

Il test Recaller 2.0, che analizza solo la parte infiammatoria da alimenti, è d’aiuto per identificare i grandi gruppi alimentari utilizzati in modo eccessivo o ripetitivo nella dieta e per impostare una dieta di rotazione settimanale con  giorni di astensione dei cibi appartenenti a questi gruppi e giorni in cui invece reintrodurli con uno schema che deve rispecchiare in tutto e per tutto lo svezzamento infantile.

Il test PerMè consente di valutare l'infiammazione da zuccheri e da alimenti e di impostare uno schema nutrizionale personalizzato che riduce l'infiammazione e contribuisce a controllare i sintomi fibromialgici.

Nel caso siano presenti sintomi rilevanti alla reintroduzione alimentare, come nel suo caso, si procederà a piccoli passi partendo da microreintroduzioni che andranno progressivamente aumentate in base alla risposta clinica. Il capitolo 6 del mio libro “Le intolleranze alimentari non esistono” è dedicato specificamente alla effettuazione progressiva delle microreintroduzioni. Si inizia con pochi alimenti e piccole quantità per poi aumentare gradualmente sia le quantità che il numero di alimenti reintrodotti.

Nei casi più acuti le prime reintroduzioni possono essere anche piccolissime (come ad esempio una goccia di latte diluita) da ripetere nel corso della settimana lasciando qualche giorno di “pulizia” tra una reintroduzione e l’altra.

In considerazione del forte impatto della utilizzazione degli zuccheri sulla infiammazione, è indispensabile anche una rieducazione “metabolica”.

Segnali come una prima colazione abbondante insieme al corretto abbinamento di carboidrati e proteine, alla masticazione e all’utilizzo esclusivo di cereali integrali rivestono grande importanza per mettere i pazienti fibromialgici nelle condizioni migliori per utilizzare l’energia e ridurre la stanchezza.

In affiancamento agli aspetti nutrizionali questi pazienti devono riconquistare gradualmente una maggior resistenza all’attività fisica e al movimento, aumentando progressivamente il tempo e poi l’intensità dell’esercizio.

Anche in questo caso, come per la riconquista della tolleranza, è fondamentale procedere con estrema gradualità. All’inizio possono bastare anche pochi minuti di passeggiata lenta, ma è importante mettersi in gioco e ricominciare a muoversi.

Sul piano dell’integrazione vitaminica e minerale si devono sostenere le naturali difese antiossidanti dell’organismo. Ad esempio l’assunzione di un prodotto come Oximix M+ Complete, alla dose di una capsula al giorno, o di Oximix MV+ alla dose di 2 capsule al dì (quest’ultimo contiene anche vitamina D3) aiuta la riduzione dell’infiammazione e la regolazione metabolica necessaria. 

Utile anche l’integrazione di magnesio utilizzando ad esempio una 2 compresse di Mg3 in serata per periodo anche prolungati di trattamento. Il magnesio è fondamentale a livello cellulare per utilizzare l’energia e l’ATP ed è fondamentale per sostenere il lavoro muscolare.

Nel centro SMA in cui lavoro, l’approccio usuale per affrontare la fibromialgia parte dalla valutazione della condizione infiammatoria e metabolica e dalla applicazione integrata e personalizzata delle scelte nutrizionali e terapeutiche.