L’invasione… degli ultrapollini

22 Maggio 2013
L'invasione... degli ultrapollini

Questa oscillazione di temperature, con piogge alternate a momenti di intenso calore, genera picchi di concentrazioni di pollini imprevedibili. Ci sono giorni in cui si deve fare lo slalom per evitare le nuvolette di piumini che hanno invaso le nostre città e molti patiscono una recrudescenza dei fenomeni allergici, che quest’anno sembrano avere un andamento bizzarro ma duraturo. Se poi il caldo scoppierà definitivamente e ci dovesse essere una fioritura accelerata del mondo vegetale, la situazione potrebbe diventare ancora più pesante. 

Quali altri fattori hanno inciso sullo scoppio delle allergie di questa primavera? È facile ipotizzare che il caldo improvviso, alternato alle piogge onnipresenti possa aver fatto variare la stagione di alcuni pollini. Ma le cause “allergeniche” non sono le sole che scatenano starnuti e asma.

Ci viene in mente quello che accadde qualche anno fa, quando oltre alla stagione calda agì su un altro fronte (è proprio il caso di dirlo) il conflitto in Libia le cui immagini, vomitate sui teleschermi in modo aggressivo, potevano stimolare a livello più o meno inconscio forti reazioni di paura negli individui più sensibili e anche in quelli un po’ più cinici.

Come abbiamo già avuto modo di segnalare, a proposito dell’intervento di Rita Levi Montalcini al congresso di allergologia di Berlino (maggio 2001), la crescita delle allergie (alla quale assistiamo da circa un quarto di secolo) può essere collegata al modo in cui l’organismo umano esprime la sensazione di allarme. La percezione di una minaccia per la propria sopravvivenza accentua infatti la reattività allergica sia che il pericolo derivi da condizioni di stress, di inquinamento, di rischi alimentari.

A maggior ragione questo può accadere di fronte a rischi di guerra, ad eventi come la crisi e la paura nucleare seguente allo tsunami giapponese e ad uno stato di perenne conflittualità politica (come quella attuale) e di profonda instabilità e insicurezza che non aiuta certo a rilassarsi. Montalcini ha spiegato che queste condizioni determinano un forte incremento della produzione di NGF (la citochina per cui ha ricevuto il Nobel) e che questa sostanza determina un enorme aumento della produzione di istamina.

L’allergia quindi come segnale di allarme. Come una condizione in cui il corpo segnala di non poterne più…

Quali strategie possiamo adottare, allora, per ridurre il disagio? In gran parte valgono le indicazioni già date nell’articolo Le cure migliori per affrontare le allergie di primavera.

In più, oltre ai rimedi omeopatici segnalati nell’articolo, può rivelarsi vincente l’uso di Histaminum 15 CH (4 granuli 2 volte al giorno, ma anche più spesso in fase acuta, allontanando le assunzioni via via che i sintomi si attenuano) e l’uso di Sinalia (3 granuli sublinguali 2-4 volte al giorno).

Attraverso la prescrizione del medico, ricordiamo che quando l’allergene è specifico (ad esempio le Graminacee o la Parietaria) si può identificare il vaccino a bassa dose (noi attualmente suggeriamo un vaccino a bassa dose prodotto da Allergopharma Gmbh) capace di fornire la migliore copertura con un’unica sostanza oppure ldi impostare la dieta più indicata per il controllo della infiammazione da cibo, che consente di riddurre lo stato di infiammazione diffusa presente nell’organismo. Ormai è certo, grazie ai lavori di Brandt, che l’infiammazione alimentare può essere causa di allergia respiratoria.

Prodotti come Oximix 3+, Quercitina complex, Tonalin, Olio di Ribes ed Olio di Perilla (da 2 a 4 perle al dì) possono essere di enorme utilità nel controllo della sintomatologia, senza dimenticare che dando retta alla Montalcini, forse due coccole un bacio e un pensiero positivo possono aiutarci in modo ancor più fisiologico a riprendere contatto con la fiducia nel futuro anziché con la sua paura, allergizzante.