Registrazione prodotti omeopatici: facciamo chiarezza

5 Aprile 2012
Registrazione prodotti omeopatici: facciamo chiarezza

Pochi giorni fa è stata data con un certo risalto la notizia di una parificazione dei prodotti omeopatici ai farmaci tradizionali. Su Repubblica.it, per esempio, si leggeva chiaramente: “Saranno trattati come le altre medicine”; concetto ribadito nelle prime battute dell’articolo: “Stesse procedure di autorizzazione per la messa in vendita e dunque stessa dignità”.

Lasciando da parte la questione della dignità – perché non ci va di tornare su argomenti già trattati, evitando di alimentare polemiche che anche in questa occasione non sono mancate –, ci preme chiarire alcuni passaggi che potrebbero trarre in inganno i lettori di Eurosalus. I quali probabilmente ricorderanno un’intervista apparsa a gennaio su questo sito con la senatrice Emanuela Baio, del Terzo Polo. La senatrice spiegava bene il senso di una sua mozione, sostenuta da 31 parlamentari di diverse forze politiche, diretta a sollecitare l’approvazione da parte del governo delle procedure di registrazione semplificata per i farmaci omeopatici.

I riferimenti legislativi citati dalla senatrice sono principalmente due: la direttiva europea 83 del 2001 e il decreto legislativo 219 del 2006 che la recepiva. Ciò consente anzitutto di dire che, diversamente da quanto scritto in questi giorni, non verrà applicata una direttiva europea del 2006. La direttiva, di nuovo, è del 2001; ciò cui verrà data applicazione è il decreto legislativo. Che quindi – vogliamo ribadirlo – non è ancora stato applicato.

Perché allora tanta enfasi? Perché in questi giorni – ed è qui il succo della questione – si è potuto constatare che sia da parte del ministero della Salute (quindi del Governo) sia da parte dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) c’è la volontà di applicare finalmente il decreto del 2006. In altre parole, c’è un accordo tra produttori, politica e Aifa per seguire la strada indicata dalla mozione Baio e sbloccare uno stallo che dura dal 1995.

E’ da allora, infatti, che di fatto l’immissione sul mercato di nuovi farmaci omeopatici è o bloccata o autorizzata di volta in volta in via provvisoria. Nelle settimane passate le Camere avevano tentato la strada dell’approvazione, inserendo due emendamenti sulla procedura semplificata di registrazione prima nel decreto sulle liberalizzazioni, poi in quello sulla semplificazione. In entrambi i casi le norme sono state stralciate, su invito del presidente Giorgio Napolitano a non appesantire l’iter legislativo dei decreti con emendamenti fuori dal tema principale.

L’intesa, ora, è per la definizione di un nuovo atto parlamentare (forse ancora un emendamento) che possa essere inserito nel primo decreto utile in materia di salute. I tempi non sono ancora precisati: si parla di pochi mesi. Al momento è quindi ragionevole affermare che la questione sta per arrivare a una soluzione; non lo è, invece, concludere che la registrazione dei farmaci omeopatici sia divenuta realtà.