Sostituti dello zucchero: ne vale la pena?

di Valentina Chiozzi - Nutrizionista
12 Febbraio 2015
Sostituti dello zucchero: ne vale la pena?

DOMANDA

Per dimagrire ho letto che bisognerebbe togliere completamente gli zuccheri semplici. Posso utilizzare al posto dello zucchero bianco quello di canna o il succo d’agave?

RISPOSTA

Cara lettrice,

la presenza eccessiva di zuccheri semplici nella dieta moderna sembra essere una delle cause principali dell’epidemia di obesità e diabete degli ultimi anni.

Da anni su Eurosalus parliamo degli effetti negativi dello zucchero e della dolcificazione sull’organismo; di quanto forte sia il legame tra zucchero-infiammazione-ingrassamento e aumento delle probabilità di ammalarsi. Le ricerche scientifiche sull’argomento sono piuttosto chiare e continuano a confermare tale relazione.

L’industria agroalimentare, dopo la messa al bando dello zucchero, si è buttata sul fruttosio dotato di un indice glicemico più basso dello zucchero e di un maggior potere dolcificante. Tuttavia dopo una diffusione iniziale, si è rivelato altrettanto pericoloso.

Il fruttosio, in natura, è accompagnato da enzimi, acqua, vitamine, minerali, fibre e pectina ed è naturalmente mescolato ad altri zuccheri presenti nella frutta. In questo modo viene assimilato lentamente prima di passare al fegato dove viene trasformato in energia.

Il fruttosio concentrato, invece, è ottenuto attraverso processi di lavorazione e in modo artificiale. Quando lo utilizziamo per dolcificare un tè o un caffè questo arriva troppo velocemente ed ad alte concentrazioni al fegato, dove non viene trasformarlo in energia, ma in grasso che andrà a circolare nel sangue per poi essere stoccato.

Lo sciroppo d’agave è una delle ultime trovate dell’industria alimentare. Oggi è presente sugli scaffali della grande distribuzione e nei bar con la nomina di dolcificante naturale e sano, ma non è così.

L’agave è una pianta che cresce principalmente nel Messico dove è usata per produrre la tequila. Oggi si trova in molte regioni calde e secche di alcuni paesi del Mediterraneo. Quando la pianta raggiunge l’età di dieci anni, le foglie vengono tolte per estrarne il cuore, che ha una forma simile a quella dell’ananas ed un peso che può variare dai 25 ai 70 kg.

La linfa che si trova al suo interno viene estratta e trasformata in “sciroppo di agave” facendola bollire per svariate ore, proprio come fanno i canadesi con la linfa di acero per farne lo sciroppo d’acero.

Il prodotto ottenuto in questo modo ha un alta concentrazione di fruttosio.

Il risultato finale non cambia, ho un prodotto con un’elevata concentrazione di fruttosio, un nome accattivante, un costo rilevante.

Sapendo che in termini evolutivi il sapore dolce costituisce comunque un segnale di ricchezza calorica da conservare per i periodi di carestia, vale la pena imparare ad utilizzarlo.

Evitiamolo nelle bevande, dove non è altro che un additivo usato per modificarne il sapore. Pensiamo a quante persone si ostinano a prendere il caffè zuccherato perché ne odiano il gusto amaro. Perché berlo allora?

Godiamoci invece i momenti di “sgarro” e di convivialità con un dolce bilanciato, fatto con ingredienti integrali e semplici.

Quando è occasionale, un dolce può far bene anche a chi vuole dimagrire.