Dimagrire con pochi carboidrati è più facile che con pochi grassi

3 Novembre 2014
Dimagrire con pochi carboidrati è più facile che con pochi grassi

La lunga lotta tra carboidrati, proteine e grassi continua inesorabile.

Un recente lavoro pubblicato sugli Archives of Internal Medicine propone con chiarezza i risultati di una analisi effettuata su 130 persone (randomizzate, in due gruppi perfettamente confrontabili), che hanno seguito per 12 mesi una dieta a basso contenuto di carboidrati o una dieta a basso contenuto di grassi, quella cioè da anni richiesta per il dimagrimento (Bazzano LA et al, Ann Intern Med. 2014 Sep 2;161(5):309-18. doi: 10.7326/M14-0180).

Lo scopo non era certo quello di definire la maggiore efficacia di una dieta low-carb sulla perdita di peso (ampiamente dimostrata da tempo), ma di capire se il calo di peso fosse anche accompagnato da una riduzione del rischio cardiovascolare.

Insomma, una specie di prova per vedere se dimagrire mangiando meno carboidrati è un “dimagrimento sano” oppure se, come sostengono agguerriti i “sostenitori del carboidrato”, mangiare meno carboidrati sia dannoso per la salute.

I risultati sono molto chiari: dopo 12 mesi di cambio alimentare e di impostazione dietetica diversa (non facile per nessuno: ognuno dei due gruppi ha avuto circa il 20% di defezioni), il gruppo che mangiava limitando i carboidrati (pasta, pane, riso, biscotti) ha non solo perso più peso (3 chili e mezzo più degli altri), ma ha anche migliorato in modo significativo i valori di colesterolo (abbassando i valori di colesterolo totale e aumentando quello di colesterolo HDL) e di trigliceridi, riducendo così il proprio livello di rischio cardiovascolare.

Questi aspetti sono dibattuti e proposti da almeno un decennio, ma il livello di precisazione dei risultati si sta rafforzando sempre di più; vale il ricordo dei primi forti spunti di critica alle diete a basso contenuto di grassi definito su JAMA ancora nel 2003.

In particolare poi la Bazzano ha pubblicato nell’aprile 2014 una analisi epidemiologica molto ampia, evidenziando che i risultati dubbi che negli anni precedenti erano stati proposti in modo ora favorevole ad un tipo di dieta, ora favorevole all’altro, erano invece dipendenti da differenze di razza, età e sesso nella valutazione dei risultati (Hu T, Bazzano LA, Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2014 Apr;24(4):337-43. doi: 10.1016/j.numecd.2013.12.008. Epub 2014 Jan 2).

Il suo gruppo di ricerca ha verificato lo stesso tipo di anomalia di lettura anche nella valutazione degli effetti dell’uso delle proteine nei cambiamenti della densità ossea in riferimento al livello di osteoporosi (Hu T, et al, Br J Nutr. 2014 Oct;112(8):1384-92. doi: 10.1017/S0007114514002220. Epub 2014 Sep 5).

Molti sostenevano infatti che un aumento relativo delle proteine introdotte con l’alimentazione (pur restando nei limiti di 1 grammo per chilo di peso) potesse determinare perdita di massa ossea, mentre lo studio epidemiologico ha rilevato la scorrettezza di questa ipotesi.

Anche mangiando una buona quantità di proteine non si abbassa la qualità dell’osso.

Di fronte alla grave epidemia mondiale di obesità, stanno quindi radicalmente cambiando i parametri di riferimento per le impostazioni dietetiche.

Per anni sono state proposte inutili diete a basso contenuto di grassi, che hanno solo contribuito a incrementare il livello di ingrassamento in tutte le nazioni occidentalizzate.

Ora il discorso cambia e ne è espressione l’importante articolo scritto insieme da importanti esponenti della diabetologia e della nutrizione statunitensi, svedesi, canadesi, danesi, britannici e tedeschi e pubblicato su Nutrition nel Luglio del 2014, nel quale si presenta la dieta a basso livello di carboidrati come il primo, più sicuro e più efficace approccio nutrizionale per il trattamento del diabete e delle sue complicanze (Feinman RD et al, Nutrition. 2014 Jul 16. pii: S0899-9007(14)00332-3. doi: 10.1016/j.nut.2014.06.011. [Epub ahead of print]).

Le piramidi alimentari sono cambiate. Eurosalus inizia con la pubblicazione (partendo da questo articolo sulle nuove piramidi alimentari) di una serie di articoli pratici sui meccanismi che possono aiutare il cambiamento del proprio peso, facilitando il dimagrimento e il mantenimento della salute.

Prima dell’estate 2015, tutti gli articoli, raccolti in un unico PDF, saranno disponibili qui su Eurosalus, come se costituissero un piccolo volume costruito settimana dopo settimana, per consentire a chiunque l’applicazione dei suggerimenti e dei consigli nutrizionali più efficaci.

Nel nostro centro applichiamo da anni, sulle persone che vogliono riequilibrare il proprio peso corporeo, degli specifici percorsi terapeutici che aiutano ogni persona, nel rispetto dell’individualità, a riattivare il proprio metabolismo.

Negli ultimi anni si sono viste proposte dietetiche assolutamente estremistiche, tese alla rimozione completa dei carboidrati o quasi. Noi applichiamo da sempre un percorso di equilibrio, utilizzando, soprattutto nel pasto del mattino, la giusta quantità di carboidrati valorizzando soprattutto l’impiego dell’integrale e dei carboidrati a basso indice glicemico. Sappiamo riconoscere che spesso la frutta fa bene, ma in alcuni casi può rendere individualmente eccessivo il carico zuccherino.

Il tutto va integrato in un percorso facile e applicabile da chiunque, che aiuti ad usare la giusta quantità di proteine, ben distribuite nei tre pasti della giornata, in modo da confezionare delle prime colazioni piacevoli e ricche.

Il nostro libro “Colazione e brunch per il benessere“, edito da LSWR e da poco in distribuzione, è una fonte importante di ispirazione, fornendo i consigli e le ricette (tutte con fotografie documentali) per comporre centinaia di menù diversi nel rispetto delle singole reazioni infiammatorie alimentari, delle eventuali allergie o di impostazioni vegetariane o vegane.

Quello che sta diventando sempre più chiaro è che per attivare il metabolismo si deve seguire un percorso rispettoso delle reattività di ogni individuo (studiando il Profilo Alimentare di ciascuno), per capire quali siano gli strumenti più adatti per lanciare finalmente all’organismo segnali attivi di energia anziché segnali di accumulo e ingrassamento.