Narcolessia nei bimbi vaccinati per H1N1

10 Aprile 2013
Narcolessia nei bimbi vaccinati per H1N1

Tra il gennaio 2000 e il dicembre 2010 nell’ovest della Svezia sono stati identificati esattamente 37 bambini affetti da narcolessia.

La cosa interessante emersa dallo studio, pubblicato su Neurology, è stata la corrispondenza tra esordio della malattia e vaccinazione H1N1. Ben ventisette di questi 37 bambini hanno incominciato a presentare sintomi dopo la vaccinazione da H1N1, rispetto ai soli 9 bambini che hanno manifestato l’esordio dei sintomi negli anni precedenti.

Tutti i bambini che hanno presentato i sintomi di narcolessia a seguito della vaccinazione presentavano una particolare caratteristica genetica espressa in una particolare molecola evidente nelle cellule del sistema immunitario.

Ciò non toglie che, a fronte di quello che è stato il relativo successo di una vaccinazione messa sul mercato in maniera frettolosa e non particolarmente etica o sicura, ci siano stati 28 bambini nella sola Svezia dell’ovest che presentavano la mutazione e che sono stati in qualche modo stimolati dalla vaccinazione nel diventare narcolettici.

Chi abbia fatto la vaccinazione negli anni passati può tirare un sospiro di sollievo, in tal senso. Il disturbo si è infatti presentato relativamente in fretta nei bambini predisposti.

Il dato riapre la strada alla riflessione di quanto un vaccino possa o meno essere funzionale e la necessità di prendere molto bene in considerazione altre vie di prevenzione quando questo sia possibile.

Nell’autunno del 2011, nel momento del presentarsi dell’allarme “pandemia“, alla seconda somministrazione del vaccino, Eurosalus ha molto ben analizzato la situazione facendo notare quanto la somministrazione (per di più ripetuta) del vaccino fosse non solo inutile ma potenzialmente dannosa e lasciando anche spazio ad una efficace gestione di tipo naturale.

Quando è possibile, scegliere una prevenzione, come quella naturale, i cui benefici ed effetti siano noti da tempo, potrebbe essere davvero una scelta sensata. Agire sul sistema immunitario dall’interno e senza vaccinazione è possibile e potrebbe essere più facile di quanto si pensi, ottenendo vantaggi non solo nei confronti del singolo virus o patogeno che sia, ma anche su tutti gli altri, perché è rinforzata la capacità di difesa, e di risposta, dell’organismo stesso.

Stesso discorso rispetto alla vaccinazione anti-Papilloma, che tutt’oggi offre spunti di riflessione.

Una vaccinazione può essere uno strumento utile, ma quando necessaria, certamente sicura e senza altra possibilità preventiva.