La farfalla impertinente e le terapie tiroidee talvolta inutili

14 Aprile 2014
La farfalla impertinente e le terapie tiroidee talvolta inutili

Non esiste specialista, dal dermatologo al neurologo, che almeno una volta non abbia attribuito a una fittizia disfunzione tiroidea un sintomo o una condizione che lui stesso non riusciva a inquadrare.

Tuttavia anche tra gli addetti ai lavori, gli endocrinologi nella fattispecie, le divergenze di pensiero non mancano con evidenti ripercussioni sulla gestione del paziente.

Un esempio per tutti. Recentemente è stato dimostrato che i tassi di prescrizione della terapia sostitutiva con L-tiroxina nel Regno Unito e negli Stati Uniti sono notevolmente aumentati negli ultimi anni. Il problema è che in circa il 30% dei pazienti non vi era una ragionevole indicazione a instaurare una terapia con ormone tiroideo esponendoli, di conseguenza, a rischi concreti e severi, quali osteoporosi, fratture ossee e fibrillazione atriale (Taylor PN, et al. Falling threshold for treatment of borderline elevated thyrotropin levels-Balancing benefits and risks. Evidence from a large community-based study. JAMA Intern Med 2014, 174: 32-9).

L’esempio fornito si riferisce alla condizione di ipotiroidismo subclinico, cioè quel quadro clinico caratterizzato da un iniziale aumento del TSH (ormone stimolante la tiroide, prodotto dall’ipofisi) con fT4 (frazione libera di tiroxina, prodotta dalla ghiandola tiroidea) ancora nei limiti di normalità, tema che Eurosalus ha spesso affrontato.

Senza entrare nei tecnicismi che risulterebbero fuorvianti e inutili alla nostra trattazione ricordiamo soltanto che in assenza di condizioni specifiche (età del paziente, comorbidità, gravidanza, entità dei sintomi ecc.) è possibile idealmente attendere fino a un TSH di 10 mUI/L prima di suggerire in modo inequivocabile l’utilizzo della terapia sostitutiva (Garber JR, Cobin RH, Gharib H, etal; American Association of Clinical Endocrinologists and American Thyroid Association Taskforce on Hypothyroidismin Adults. Clinical practice guidelines for hypothyroidism in adults. Endocr Pract. 2012;18(6):988-1028).

Tra l’altro, come già recentemente segnalato da Eurosalus, è caduto anche il famoso dogma che stabiliva la stretta e unidirezionale relazione tra ipotiroidismo e aumento di peso, ritenuto da sempre una dei segni distintivi per l’indicazione alla terapia sostitutiva.

Il lavoro in questione ha infatti dimostrato che un lieve aumento del TSH può di fatto rappresentare una conseguenza dell’aumento di peso e non il primum movens, acquisizione tra l’altro già nota e condivisa in ambito pediatrico (Rotondi M, et all. Raised serum TSH in morbid-obese and non-obese patients: effect on the circulating lipid profile Endocrine. 2014 Feb;45(1):92-7).

Il dato, non solo permette di guardare sotto un’altra veste, senz’altro più moderna, questo vitale asse endocrino, ma apre anche nuovi e interessanti spazi di terapia non soltanto farmacologica.

Ma se tuttavia fossimo obbligati a dover prescrive una terapia sostitutiva ecco che all’orizzonte si prospettano nuove formulazioni in grado di superare un’altra storica barriera, cioè quella dettata dalla forte interferenza alimentare con l’assorbimento intestinale che pertanto obbliga il paziente ad assumere l’ormone sintetico almeno mezz’ora prima di colazione.

Studi preliminari sembrano dimostrare che la formulazione liquida, recentemente resa disponibile, sia in grado di non risentire dell’interferenza dei cibi che classicamente assumiamo a colazione (dalla spremuta d’arancia alla tazza di latte, passando per il caffè) rendendo più stabile il valore ematico dell’ormone (Bernareggi A, et all. Oral liquid formulation of levothyroxine is stable in breakfast beverages and may improve thyroid patient compliance. Pharmaceutics. 2013 Dec 13;5(4):621-33 – Cappelli C, et all. Oral liquid levothyroxine treatment at breakfast: a mistake? Eur J Endocrinol. 2013 Nov 22;170(1):95-9).

I lettori di Eurosalus avranno inoltre colto l’interessante opportunità che ne deriva alla luce di uno dei cardini delle diete di segale che richiedono un’abbondante colazione da consumarsi entro un’ora dal risveglio.

Il mondo scientifico e quello farmaceutico sembrano muoversi, per la prima volta, nella direzione giusta. Non ci resta che affidarci a professionisti esperti e aggiornati, condizione rara ma non impossibile.

 

Dott. Andrea Delbarba
Medico Endocrinologo
SIPNEI Lombardia (Brescia)