Crisi d’astinenza da caffè. Ci sono rimedi?

10 Gennaio 2001
Crisi d'astinenza da caffè. Ci sono rimedi?

Un lettore ci scrive dicendo di bere circa tre caffè al giorno. Quando ne sospende l’assunzione, dopo poche ore compare un feroce mal di testa che passa solo con l’assunzione di caffè. Si può fare qualcosa per uscire da questa schiavitù?

Noi sappiamo che la dipendenza da caffè (o da caffeina) è un fenomeno che è stato ben studiato in anni recenti.

Quello che capita è semplicemente l’effetto di una sorta di “crisi di astinenza” da caffeina: il sistema nervoso attiva dei meccanismi di vasocostrizione o di vasodilatazione (a seconda della zona di cervello considerata), che determinano la comparsa di mal di testa.

Come per un “drogato”, riassumendo la sostanza cessa lo stimolo e il mal di testa sparisce. La sensibilizzazione cerebrale è molto simile a quella che si verifica nel corso di una intolleranza o di una ipersensibilità alimentare.

La persona che ne soffre è portata ad assumere più frequentemente quel particolare alimento perché mangiandolo, con la reazione di ipersensibilità si liberano alcune sostanze che in un certo modo fanno piacere al cervello, anche se sul resto dell’organismo possono provocare un danno.

Teniamo comunque presente che questa “razione” di caffè non è elevata, e rientra nel criterio della accettabilità da parte del mondo scientifico.

Nel caso comunque qualcuno in situazione simile volesse (desiderio di vita senza stimolanti ed eccitanti chimici o alimentari) o dovesse (in menopausa ad esempio il caffè dovrebbe essere molto limitato) sospenderne l’assunzione si possono utilizzare diverse tecniche: ridurre gradualmente il dosaggio complessivo, semplicemente togliendo un cucchiaino di caffè dalla tazzina, e aggiungendo invece un poco di acqua per circa 3 giorni, ed ogni 3-4 giorni ridurre nello stesso modo il quantitativo di ogni tazzina di un altro cucchiaino, fino ad arrivare nel giro di un mese a bere tre tazzine al giorno di una miscela fatta da 1 cucchiaino di caffè e il resto di acqua. A quel punto le tazzine possono diventare solo 2 per una settimana, e infine solo 1 per un altra settimana, fino a sospendere del tutto l’assunzione.

Un altro metodo tende invece a supportare la parte enzimatica dell’organismo, attraverso la somministrazione contemporanea di Manganese, Cobalto, Litio, Magnesio, Zinco e Pidobase (miscela in parti uguali di oxiprolinati) di cui prendere 5 ml per 3 volte al giorno, associando almeno 300 mg di Piridossina (vitamina B6) 2 volte al giorno; queste sostanze consentono di ridurre gli effetti negativi della sospensione del caffè.

Chi invece semplicemente teme il mal di testa da “sciopero dei baristi” può portare con se della Ignatia 30 CH di cui prendere 3 granuli ai primissimi segni di un disagio indotto dal troppo tempo passato dalla ultima tazzina.