L’agopuntura è efficace, ma è meglio non dirlo

1 Luglio 2007
L'agopuntura è efficace, ma è meglio non dirlo

La notizia sarebbe questa.

Un gruppo di studiosi dell’Università del Maryland, Scuola di Medicina di Baltimora, guidato dal professor Eric Manheimer, ha condotto una meta-analisi, passando in rassegna una serie di importanti ricerche già pubblicate, per valutare l’efficacia dell’agopuntura nel trattamento dell’osteoartrite al ginocchio.

Lo studio, pubblicato sul numero di giugno degli Annals of Internal Medicine (E Manheimer et al, Ann Inter Med 2007 June 19, 146(12):868-877), ha dimostrato, con dati oltremodo significativi, che l’agopuntura è più efficace della cura farmacologica. Per usare le parole dello stesso professor Manheimer, non c’è dubbio che l’agopuntura produca “autentici effetti biologici”.

Sembrerebbe una notizia piuttosto interessante. Ma, se la cercate su Internet, in qualcuno dei principali siti di informazione medica che popolano il web, la troverete espressa più o meno in questa forma: “Osservato un effetto placebo nell’agopuntura” (per un esempio e una sintesi del lavoro clicca qui). Si direbbero due notizie diverse.

Lo studio in questione precisa in effetti che i benefici del trattamento con agopuntura risultano meno significativi se confrontati, anziché con la terapia farmacologica o con l’assenza di ogni terapia, con una pratica di “agopuntura simulata”. Starebbe appunto qui l’effetto placebo.

Ora occorre osservare, in primo luogo, che un effetto placebo è sempre presente in ogni tipo di terapia, tanto che tutti gli studi miranti a verificare, ad esempio, l’efficacia di un farmaco suddividono la popolazione osservata in tre gruppi: uno cui viene somministrato il farmaco, uno cui non viene praticata alcuna cura e un terzo cui, al posto del farmaco, viene dato un placebo. E i dati relativi a questi ultimi due gruppi sono sempre diversi tra loro. La differenza, in questo caso, permette di misurare l’entità dell’effetto placebo.

Ma, nel caso dell’agopuntura, questo “placebo” non può ovviamente consistere in una compressa di finto farmaco. Perché il paziente creda di essere sottoposto ad agopuntura, bisogna praticargli qualche forma di agopuntura, infilargli nella pelle qualche ago.

Il cosiddetto placebo consiste dunque in una “agopuntura simulata”, praticata più superficialmente di quella vera e in punti scelti a casaccio anziché seguendo i meridiani della medicina cinese. Non sembra di poter parlare di un vero e proprio placebo.

Gli stessi studiosi ammettono infatti che questi risultati in parte contraddittori potrebbero essere spiegati in modo semplicissimo: ipotizzando cioè che anche l’agopuntura simulata produca “autentici effetti biologici”.

E’ un caso che può far riflettere su due problemi di definizione: che cos’è un placebo e che cos’è una notizia.