La via alternativa

18 Marzo 2008
La via alternativa

Ogni giorno accade di visitare persone che presentano manifestazioni complesse, che coinvolgono tutti i sistemi dell’organismo. La maggior parte dei medici è impreparata ad affrontare fenomeni di questo tipo.

Davanti a un paziente che denunci sintomi particolari, come dolori alle articolazioni, dolori di stomaco, reflusso, colite, tosse, asma, allergie cutanee a fronte dell’assunzione di qualche alimento, la risposta più comune è “è impossibile che le cose siano collegate”.

Nella migliore delle ipotesi, invece, il medico più informato richiede al paziente di effettuare dei test di ricerca delle allergie alimentari, senza sapere che, dal 2004 ad oggi, la conoscenza scientifica sui fenomeni di allergia agli alimenti e sulle cause delle allergie stesse ha avuto una evoluzione enorme, e che – a oggi – le allergie alimentari sono divise in allergie immediate (legate alle Immunoglobuline E) e allergie alimentari ritardate (dovute a una reazione cellulare, favorita da altri tipi di anticorpi).

Una ricerca che contempli solo le prime di solito porta a risposte del tutto prive di significato pratico. Ma lo stesso fenomeno ormai piuttosto noto per la reattività al cibo si segnala oggi, in modo sempre più chiaro, anche per il contatto con altri tipi di allergeni.

Anche nel caso di una tipica sintomatologia da acari (prevalentemente respiratoria) in cui però siano assenti le IgE, è necessario pensare ad una forma di “allergia ritardata”, di tipo cellulare, che mantiene una sintomatologia identica alla classica allergia alle polveri, pur senza che questa sia evidente.

Lo stesso principio accettato per le “intolleranze alimentari” (oggi “allergie alimentari ritardate”) verrà probabilmente spiegato scientificamente nel volgere di alcuni anni, ma le evidenze della esistenza di questo fenomeno sono forti e incontestabili.

Recenti ricerche scientifiche, solide e inattaccabili, hanno evidenziato, negli ultimissimi anni che:

  • siamo tutti allergici e intolleranti a tutto e solo un controllo attivo del Sistema Immunitario può portare alla guarigione (questo è il motivo per cui quasi tutti ci sentiamo dire che abbiamo un’intolleranza o un’allergia: l’abbiamo fin dalla nascita. I sintomi mostrano solo che abbiamo perso il controllo della sua regolazione);
  • molte allergie e reattività alimentari sono legate a fenomeni ritardati, modulati da reazioni cellulari e non solo da anticorpi di tipo IgE (come si è creduto invece per decenni);
  • esistono vie alternative alla manifestazione dell’allergia classica, che determinano gli stessi fenomeni, ma che non saranno mai evidenziabili con i test classici.

Le diagnosi effettuate fino ad oggi sono a dir poco incomplete. Vale certamente la pena di segnalare a questo proposito un lavoro scientifico che, solo pochi mesi fa, ha messo in subbuglio il mondo accademico: l’americano Fred Finkelman ha scoperto infatti che esistono almeno due differenti vie di attivazione dell’allergia (Finkelman FD. J Allergy Clin Immunol 2007;120:506-15; lo studio ha preso in considerazione topolini, animali cioè che hanno caratteristiche immunologiche molto simili a quelle degli esseri umani).

Questo studio conferma qualcosa che da molto tempo sosteniamo, ovvero che tutte le analisi allergologiche classiche svolte fino ad oggi sono state, nella migliore delle ipotesi, parziali.

La descrizione di questa allergia a due vie, quella classica (con presenza di IgE) e quella alternativa (senza IgE), è così vicina al modello classico delle ipersensibilità alimentari ritardate per sostenerci nella convinzione che questa seconda tipologia allergica sia (come già anticipato da Sampson) un modello sempre presente nell’organismo, più o meno affiancato alla reazione di tipo IgE.

Osserviamo nel dettaglio queste due manifestazioni:

Siamo dunque di fronte a una scoperta straordinaria, che deve far ripensare completamente il modo in cui si sviluppano o si controllano le allergie.

Bisogna ricordare inoltre che le IgG sono gli anticorpi che crescono nel momento in cui si sta iniziando a sviluppare la tolleranza nei confronti dell’allergia classica, per cui non devono mai essere considerate del tutto dannose.