Fa bene? Fa male? La vitamina E sotto i riflettori. E gli integratori nella tempesta

10 Giugno 2005
Fa bene? Fa male? La vitamina E sotto i riflettori. E gli integratori nella tempesta

È distrutta facilmente dal calore della cottura, dai raggi ultravioletti e da un ambiente alcalino.

Viene assorbita nell’intestino, da dove viene trasportata al fegato e ad altri organi, ma il suo assorbimento può risultare ridotto da alcune sostanze, quali il cloro dell’acqua potabile e la pillola anticoncezionale.

Un lavoro australiano pubblicato su Lancet Neurology (Etminan M, Gill SS, Samii A, Intake of vitamin E, vitamin C, and carotenoids and the risk of Parkinson’s disease: a meta-analysis, Lancet Neurology, 2005 Jun; 4(6):362-5) ha analizzato una serie di studi pubblicati negli ultimi quarant’anni sui benefici di una dieta ricca di vitamina C, di Beta-carotene e di vitamina E nella prevenzione del Morbo di Parkinson, una patologia che colpisce 200 mila persone in Italia, che si manifesta inizialmente con tremore e rigidità muscolare e che oggi può essere curata, ma non risolta.

Secondo lo studio, coordinato dal Royal Victoria Hospital di Montreal, una dieta ricca di vitamina E potrebbe risultare protettiva nei confronti del Morbo di Parkinson, e di altre malattie del sistema nervoso.

In particolare, è stato accertato un ruolo protettivo nel consumo regolare di questa vitamina con l’alimentazione, piuttosto che con l’assunzione di alte dosi.

Su questo sito abbiamo già evidenziato più volte il ruolo prezioso svolto da minerali e vitamine nella prevenzione e nella cura delle infezioni e di altre forme patologiche.

Una recentissima meta-analisi si è occupata di recente della loro efficacia in quest’area per la popolazione anziana (El-Kadiki A, Sutton AJ, Role of multivitamins and mineral supplements in preventing infections in elderly people: Systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials, BMJ 2005 Apr 16, 330:871-4).

Benché i risultati indichino la strada di ulteriori approfondimenti, l’utilità delle integrazioni è già risultata evidente in larga misura (a questo link è possibile trovare una serie di interessanti domande e risposte in merito alla questione, direttamente da parte degli autori dello studio). 

Se notizie come questa circolano sporadicamente, oggi viene invece dato grande rilievo da parte dei media a qualsiasi notizia negativa sugli integratori vitaminici, come per esempio le preoccupazioni relative alla possibilità che le vitamine antiossidanti possano accelerare la progressione dei tumori in caso di neoplasie latenti (Bairati I et al.A randomized trial of antioxidant vitamins to prevent second primari cancers in head and neck cancer patients, J Natl Cancer Inst 2005 Apr 6; 97:481-8).

Ma perché tanto rumore sui presunti pericoli degli integratori? Non appare casuale che alcune ricerche di questo tipo giungano al pubblico in concomitanza con il tentativo di “appropriazione” da parte delle case farmaceutiche del mercato degli integratori, i cosiddetti “nutriceutici”, gli integratori nutrizionali farmaceutici, prodotti a partire da piante geneticamente modificate o preparati secondo lo standard della farmacopea classica.

Il mese prossimo, dal 4 al 9 luglio, si riunirà a Roma la Codex Alimentarius Commission (CAC). Tra i punti in discussione è prevista appunto l’approvazione definitiva delle linee guida mondiali per il commercio delle vitamine, che porteranno come risultato alla restrizione del libero acquisto da parte dei consumatori degli integratori nutrizionali, in tutto il mondo.

È facile prevedere come questa operazione tenda a eliminare dal mercato gli integratori prodotti da piccole industrie, spesso espressione di tradizioni culturali locali e, non di rado, veicolo di nuove sperimentazioni in un’area che, lasciata in mano alle multinazionali farmaceutiche, potrà solo perdere gran parte del suo fermento creativo (come già avviene infatti per la produzione dei farmaci, pensati per lo più ‘a tavolino’).

Come accuratamente riportato dal sito Networking For A Better Future – News and perspectives you may not find in the media, «regolamenti internazionali di questo genere, vengono elaborati senza il parere del pubblico e senza nemmeno il consenso dei parlamenti nazionali dei Paesi che vi partecipano».

Per un approfondimento dell’argomento, rimandiamo volentieri ai lettori all’articolo di Peter Byrne ‘The Fate of Vitamins’, che esprime così la sua preoccupazione: «Un’organizzazione di basso profilo, creata dalle Nazioni Unite, sta per bandire il commercio globale di molti nutrienti essenziali. E non c’è niente che possiamo fare per impedirlo».

Ancora una volta, e lo diciamo con profondo sdegno, un intero patrimonio di conoscenze tradizioni e tecniche di produzione sta per essere definitivamente espropriato, per interessi puramente economici, ma fatti passare come un “vantaggio” per l’utente ignaro.