Omega 3 naturali, gli oli di pesce e gli altri

23 Maggio 2013
Omega 3 naturali, gli oli di pesce e gli altri

Ci sono alcune certezze legate alla storia dell’umanità e della medicina che fanno parte del patrimonio storico della nostra società. Abbiamo scoperto negli anni che la frutta e la verdura fanno bene, che l’olio di oliva extra vergine è un toccasana, che gli oli di pesce aiutano a controllare le malattie cardiovascolari.

Eppure c’è un mondo farmaceutico che cerca di allontanare l’uomo dalla naturalità e lotta contro le integrazioni naturali in modo spesso goffo e teatralmente divertente se non si trattasse della salute personale.

In genere i lavori scientifici che cercano di “opporsi” a qualcosa hanno caratteristiche molto comuni: sono scritti da “Gruppi” di medici in modo che si perda la individualità e la responsabilità professionale, sono sponsorizzati da case farmaceutiche (in questo caso la Pfizer) e trovano immediata diffusione stampa/video/facebook a livello mondiale perché il loro scopo è esattamente questo. Il sostegno al marketing supporta non certo il lavoro scientifico in sé ma la sua diffusione pubblica.

In questi ultimi giorni i titoli di molti giornali hanno scritto quello che il marketing del lavoro proponeva: “Gli omega 3 sono inefficaci nelle patologie cardiovascolari” e probabilmente questo sarà, come al solito, il messaggio che per qualche anno sentiremo ribadire in congressi e comunicazioni pubbliche. 

In realtà il titolo avrebbe  potuto essere diverso, semplicemente leggendo l’articolo: “Gli omega 3 sono efficaci come l’olio di oliva nella cura di alcune malattie cardiache”, oppure “Ottimi effetti di olio di pesce e olio di oliva”, oppure ancora “Gli Omega 3 trattati chimicamente non sono efficaci come gli oli naturali di pesce”. Questi titoli sono quelli che partendo dal lavoro scientifico pubblicato il 9 maggio scorso sul New England Journal of Medicine potrebbero essere proposti da chiunque abbia quantomeno letto il lavoro (RPSC Group et al, N Engl J Med. 2013 May 9;368(19):1800-8. doi: 10.1056/NEJMoa1205409).

Racconto qualche spunto aneddottico:

  • Questo lavoro ha ben 1022 (milleventidue, non è un errore di stampa) autori. Vuol dire che 1022 medici si sono messi d’accordo (ne avete mai visti due davvero d’accordo?) in brevissimo sui risultati di una ricerca. Possibile ma strano, al mondo d’oggi…
  • Questo lavoro ha usato come placebo l’olio di oliva… Come se in un lavoro sulla attività fisica in cui volessimo capire gli effetti della corsa lenta nei prati usassimo come “placebo” lo sci di fondo in mezzo alle montagne. Gli autori cioè hanno confrontato l’azione di una sostanza attiva (oli di pesce) con un’altra che storicamente, almeno per noi Italiani, è considerata una delle più attive e protettive sulle malattie cardiache, l’olio di oliva.
  • Questo lavoro ha usato come Omega 3 dei derivati chimici degli Omega 3 (esteri polienoici) anziché gli Omega 3 naturali del pesce (da anni documentatamente ottimi) o i suoi precursori naturali come quelli presenti negli Omega 3 dell’Olio di Perilla.

Come detto, se non si trattasse della salute della gente si potrebbe anche ridere, invece questa “manovra” porterà a breve all’immissione in commercio di altri farmaci chimici analoghi delle statine o di nuova produzione che porteranno come giustificazione che la sana alimentazione (pesce, olio di oliva, omega 3 naturali, frutta e verdura) non sia sufficiente a migliorare le patologie cardiovascolari.

E qualcuno, come già abbiamo detto più volte, cercherà di bloccare la preparazione del minestrone della nonna perché potrebbe fare bene in modo naturale, oppure inibendo le tisane di finocchio e camomilla che non rispondono a criteri farmacologici. 

Dal punto di vista più scientifico, e uscendo da queste “tragiche” battute di spirito, il lavoro non ha tenuto minimamente in considerazione il possibile apporto di Vitamina D3 come variabile di interpretazione dei risultati.

Non ha minimamente tenuto in considerazione che un lavoro scientifico recente pubblicato su European Journal of Clinical Nutrition ha definito in modo ben documentato la differenza nell’efficacia tra gli oli naturali di pesce e la forma elaborata chimicamente come quella degli etil esteri di Omega 3 utilizzata nel lavoro citato (Neubronner J et al, Eur J Clin Nutr. 2011 Feb;65(2):247-54. doi: 10.1038/ejcn.2010.239. Epub 2010 Nov 10). 

Noi continuiamo a proporre l’uso di sostanze naturali e di Omega 3 naturali per la loro documentata efficacia. C’è profonda differenza tra la frutta fresca (che abbassa l’indice glicemico) e l’uso di fruttosio (che ad esempio lo alza). C’è differenza tra un singolo alcaloide di una pianta (i curcuminoidi ad esempio) e il fitocomposto che contiene tutte le parti armonicamente bilanciate della pianta (Curcuma). C’è differenza profonda tra un derivato chimico di Omega 3 e la preparazione di un olio di pesce purificato e naturale con un contenuto naturale di Vitamina D3 ulteriormente efficace sulla salute.

Ecco che prodotti come l’Olio di Perilla (precursori vegetali degli omega 3) e gli oli di pesce purificato (come in Advanced Omega D3 o in altre preparazioni) mantengono tutta la loro efficacia e la loro potenza, affiancandosi in modo naturale agli altri strumenti di benessere come un’alimentazione sana e una giusta attività fisica. Nel rispetto dell’uomo e della sua naturale tendenza al benessere.