I fitoestrogeni sono sicuri?

11 Marzo 2006
I fitoestrogeni sono sicuri?

Una lettrice non ancora quarantenne chiede informazioni sulla sicurezza dei fitoestrogeni dopo avere subito una quadrantectomia per un tumore del seno e una rimozione delle ovaie perché la sua situazione genetica definisce la presenza di un gene particolare che sembra legato alla maggiore facilità nell’ammalarsi.

Rispondiamo con serenità che una attenta lettura dei più recenti lavori scientifici può solo tranquillizzare sull’uso della soia e dei suoi fitoestrogeni anche nel caso di una forma tumorale in corso.

La possibilità di utilizzare isoflavoni della soia o altre sostanze ad attività fitoestrogenica caratterizza una situazione profondamente diversa da quella dell’uso degli estrogeni classici.

Si tratta infatti di sostanze che hanno una azione simile a quella degli estrogeni, ma assolutamente non sovrapponibile. La loro azione infatti è di attivare recettori cellulari che anziché “stimolare” il tessuto canceroso ne rallentano invece lo sviluppo.

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Fitoestrogeni

La tranquillità di questa affermazione è confermata dall’impiego (anche in elevate quantità) che viene fatto della soia (e dei fitoestrogeni correlati) dalle donne giapponesi.

Queste (che però mangiano anche meno carne e meno latticini) hanno una incidenza della recidiva tumorale del cancro alla mammella molto inferiore alla media europea.

Di recente però alcuni organi di stampa hanno voluto segnalare un “limite” alla utilizzazione dei fitoestrogeni. Alcuni ricercatori infatti hanno parlato di un limite massimo di assunzione della genisteina (appunto uno dei più importanti fitoestrogeni della soia) che dovrebbe essere tra i 100 e i 150 milligrammi al giorno.

Questa quantità è assolutamente non raggiungibile con una alimentazione anche molto ricca di soia e dei suoi derivati, e semmai porrebbe solo una limitazione all’uso “intenso” di integratori alimentari che la contengono.

Anche in quel caso comunque per raggiungere dosaggi di 150 mg al giorno di genisteina bisognerebbe rimpinzarsi di pillole tutti i giorni, e confermiamo che questa supposizione non è assolutamente confermata da dati scientifici. Anzi, i dati più recenti segnalano per dosaggi più elevati un progressivo aumento della azione antitumorale.

I limiti di dosaggi ai fitoestrogeni dovrebbero servire per controllare possibili sconosciuti effetti collaterali legati ad un uso prolungato nel tempo. Nella nostra esperienza l’uso è sicuro e nella esperienza delle donne giapponesi (e orientali) ancora di più.

Ci sono diverse forme di possibile utilizzazione, che vanno studiate caso per caso; inoltre non tutti i fitoestrogeni derivano dalla soia; l’agnocasto, la salvia, il luppolo o la cimicifuga ad esempio contengono molti fitoestrogeni ma non sono connessi alla soia (quindi si possono bene utilizzare nelle persone con allergia o intolleranza alimentare a soia e derivati).

Nel mese di agosto 2006 il Ministero della Salute Italiano, a seguito di una segnalazione molto contrastata dell’EMEA (European Medicines Evaluation Agency), ente che ad esempio nel 2000 ha ricevuto il 70% dei finanziamenti dalle industrie produttrici di farmaci e solo il 30% dalla Comunità Europea, ha disposto il ritiro di tutte le specialità medicinali o di tutti gli integratori alimentari che contengono cimicifuga anche in minima parte. Questa disposizione è stata poi revocata nel febbraio del 2007. Pertanto, a tutti gli effetti questa manovra si è solo rivelata come un ostacolo frapposto alla libertà della scelta terapeutica.

Eurosalus ha espresso rabbia e rincrescimento per questo atto  orientato alla salvaguardia di interessi particolari e non certo della salute pubblica. Ne sia testimonianza il fatto che in Europa solo Italia e Finlandia (dove l’integratore è stato riclassificato come “farmaco”) hanno provveduto al ritiro del prodotto, mentre questo, allo stato delle conoscenze attuali, non è avvenuto in altri stati. Il parere dell’Istituto Superiore di Sanità sulla effettiva possibile tossicità epatica della pianta, è arrivato in febbraio 2007 sollevando in pratica la cimicifuga da qualsiasi addebito.