La bartolinite è un problema anche per gli uomini?

di Attilio Speciani - Allergologo e Immunologo Clinico
2 Giugno 2007
La bartolinite è un problema anche per gli uomini?

DOMANDA

La mia compagna ha riportato il rigonfiamento della ghiandola di Bartolini, comparso poche ore dopo un rapporto sessuale. Pur cercando sul web non sono riuscito a trovare alcuna notizia riguardante gli effetti della Bartolinite sull’uomo. Potrebbe, come la candidosi, dar luogo ad un effetto ping-pong tra i due partner? Quali potrebbero essere comunque gli effetti sull’uomo? Deve sottoporsi a cure?

RISPOSTA

La bartolinite dipende dalla infiammazione e dal rigonfiamento di due ghiandole (una per lato) poste nel contesto delle piccole labbra della vagina (si chiamano ghiandole del Bartolini per l’appunto).

È una delle forme ascessuali più fastidiose, ma nonostante l’intensità dei suoi effetti non può essere trasmessa al sesso maschile.

Se è vero che molto spesso ci si dimentica delle possibili interazioni di un problema ginecologico nell’uomo, una condizione come la bartolinite non può avere conseguenze sullo stato di salute dei “maschietti”, condizionando semmai solo una necessaria reciproca astinenza per qualche giorno.

Può essere semmai utile sapere che una scarsa igiene maschile può contribuire a facilitare l’arrivo di batteri che stimolano l’infezione della ghiandola, anche se di solito l’ambiente vaginale (per le sue caratteristiche specifiche) è, di solito, validamente in grado di contrastare l’effetto dei batteri ambientali.

Un’altra condizione ginecologica come la candidosi vaginale è invece espressione di una colonizzazione micotica delle mucose della vagina. Se non sono immaginabili conseguenze sull’uomo in caso di bartolinite, se si parla di candidosi il discorso è differente.

Agenti patogeni come i funghi non presentano un grande potere infettante e, solitamente, in individui con una buona alimentazione (varia, bilanciata e ricca di frutta e verdura), il semplice contatto con una candida o un altro lievito non provoca una micosi.

In soggetti predisposti invece, la possibilità di una trasmissione continua della candida da un partner all’altro può spesso realizzarsi.

Quando si parla di predisposizione facciamo riferimento alla carenza di alcuni minerali, allo stato emotivo alterato e ad aspetti di tipo nutrizionale come per esempio una sensibilità individuale ai lieviti e ai cibi fermentati.

È ovvio che in molte coppie queste condizioni siano condivise da entrambi i partner, e quindi persone con lo stesso livello di stress, spesso con problemi di coppia non esplicitati e che mangiano generalmente male, non fanno che continuare a ripassarsi candida dall’uno all’altra fino a che non si interverrà sulle reali cause, che non sono, ripetiamo, i miceti stessi, ma le condizioni di base della persona, che ne consentono lo sviluppo.

In questo è importante sottolineare le relazioni tra un’eventuale infiammazione di base dell’organismo e la frequente recidiva di micosi cutanee e non.

A questo proposito valgono tutte le indicazioni volte a stimolare una risposta immunitaria efficace. Lo studio della glicazione (test PerMè o GlycoTest) è uno dei presupposti più classici su cui basare una strategia di prevenzione e di cura. L’alimentazione personalizzata che ne deriva consente di ridurre grandemente i livelli infiammatori a livello delle mucose. 

Un’alimentazione varia, che preveda il giusto bilanciamento di nutrienti in tutti i pasti (a partire dalla prima colazione) e attività fisica continua e costante nel tempo contribuiscono al controllo dei livelli di infiammazione e consentono di raggiungere ottimi risultati in tal senso.