Torno a vivere dai miei, ma che fatica!

di Francesca Speciani - Counselor
21 Marzo 2013
Torno a vivere dai miei, ma che fatica!

DOMANDA

Cara Francesca, dopo aver cominciato a lavorare ho vissuto da solo per quasi due anni. Ma con la crisi economica non ce l’ho più fatta. L’alternativa era tra farmi sostenere dai miei e tornare a vivere con loro, così ho scelto la seconda. Come puoi immaginare, le cose non stanno andando benissimo. Spesso ci scontriamo, sul menage familiare, sulle mie abitudini, sugli orari, addirittura sulla musica che ascolto! E finisco per sentirmi controllato a vista come quando ero un ragazzino. C’è un modo per sopravvivere, da adulti, alla vita in famiglia? Michele

RISPOSTA

Caro Michele,

rispondo volentieri alla tua lettera, perché solleva un tema che oggi tocca molti giovani. Non solo i più audaci, quelli che come te sono usciti di casa, ma anche quelli che – un po’ per consuetudine culturale, un po’ per le reali difficoltà della nostra economia – stentano a fare questo passo.

In effetti la strada che hai scelto non è delle più semplici. In primo luogo, riuscire a conquistare la propria indipendenza e poi doverne fare a meno può generare una sensazione di fallimento, anche quando la responsabilità non è necessariamente nostra. Ed è alto il rischio di farla scontare ai genitori.

Rientrando in famiglia, a qualunque età, è anche molto facile che si ricreino in modo automatico alcune delle dinamiche tipiche del rapporto tra genitori e figli adolescenti, in particolare il fastidio dei secondi per i limiti imposti, e la tendenza dei primi a infantilizzare i figli.

Al di là dei vantaggi più ovvi, il prezzo da pagare, in termini di interferenze dall’esterno, può essere troppo alto. Anche dal punto di vista dei genitori, però, gli svantaggi superano i vantaggi: lavoro e spese extra, interferenza nelle nuove abitudini, perdita dell’intimità riconquistata.

Il segreto per non trasformare la convivenza forzata in una trappola è quindi uscire dall’automatismo degli schemi familiari. Come?

In primo luogo, considera che la casa è loro, non tua. Se quando sei ospite di amici, per quanto intimi, ricambi con gentilezza ogni favore, perché non farlo quando a ospitarti sono i tuoi genitori? Quando cominci a considerarti adulto anche in loro presenza, le cose cominciano a cambiare. Anche le parole di apprezzamento, per chi ti ospita, possono significare molto. Così come il tempo che passate semplicemente a chiacchierare. Non occorre certo condividere ogni dettaglio della tua vita, ma tenerli informati sulla tua giornata e ascoltare com’è stata la loro, o le loro preoccupazioni. Parlare serenamente, magari raccontare i tuoi piani per il futuro e i passi che stai facendo per tornare a essere autonomo mette in mostra il tuo lato adulto più che chiedere direttamente di non essere trattato come un bambino.

Cerca in ogni caso di essere rispettoso delle nuove consuetudini che i tuoi hanno consolidato mentre non vivevi con loro. Se qualcosa ti disturba davvero, non lamentarti, ma dillo chiaramente. Se occorre, convoca una breve riunione di famiglia per discutere alcune questioni, che sono delicate con chiunque si conviva: la definizione degli spazi privati (anche uditivi… se la tua musica li disturba, l’acquisto di una cuffia può risolvere molti problemi), l’uso del televisore, le scelte ecologiche, l’organizzazione dei pasti, gli orari per usare il bagno la mattina (se è uno solo)…

In secondo luogo, prenditi le tue responsabilità. Anche se non riesci a mantenerti da solo, vale la pena di contribuire almeno in parte alle spese di famiglia. Se poi, vivendo da solo, hai imparato a occuparti di te e dello spazio in cui vivi, mostra loro che lo sai fare: tieni almeno vagamente in ordine la tua camera, fai il tuo bucato, dai sempre una mano in cucina. Vai tu a fare la spesa, tutte le volte che puoi. Tratta con rispetto gli spazi comuni, cercando di non lasciare tracce del tuo passaggio.

Non essere invadente. Esci spesso, per dare ai tuoi l’opportunità di rimanere un po’ da soli. Magari approfittane per fare più sport: spesso aiuta a ridurre le tensioni. Se inviti qualcuno, avvertili.

Ovviamente questi suggerimenti pratici sono solo esempi di come ridurre lo stress di questa “innaturale” convivenza. Con un po’ di sensibilità, e prestando attenzione a non lasciarti intrappolare in vecchie dinamiche, penso che saprai trovare tu il modo migliore per sopravvivere.

Soprattutto, considera la fatica di vivere con i tuoi (e anche quella di comportarti da adulto mentre siete sotto lo stesso tetto) come uno sprone a esplorare possibilità alternative, dalla ricerca di un amico con cui condividere un appartamento a quella di un lavoro più remunerativo. Poi, appena puoi, torna a spiccare il volo.