Celiachia: quali esami fare?

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
22 Gennaio 2013
Celiachia: quali esami fare?

DOMANDA

Da vari anni soffro di dolori addominali, diarrea, meteorismo e a volte dolore al fianco destro altezza inguine. Il gastroenterologo ha detto che soffro di colon irritabile, ma in passato sono stata anemica e dato che i sintomi della celiachia sono simili potrei soffrirne? Che esami devo fare?

RISPOSTA

Gentilissima Lettrice,

per arrivare alla diagnosi di celiachia è necessario fare la sintesi tra tanti aspetti diversi a partire dall’esame obiettivo, dagli esami del sangue e delle feci, fino alla biopsia duodenale che permette di fare diagnosi con maggiore certezza.

Detto questo sono sicuro che il collega gastroenterologo abbia preso in considerazione tra le diagnosi differenziali anche quella di morbo celiaco, propendendo infine per il colon irritabile.

Questo non toglie che i tuoi problemi possano comunque dipendere da quello che mangi. L’alimentazione riveste grande importanza quando si parla di sintomi come quelli che racconti e che spesso sono dovuti all’aumento dei livelli di infiammazione a livello intestinale e più in generale di tutto l’organismo.

L’identificazione di eventuali ipersensibilità alimentari attraverso un test specifico per la rilevazione di citochine infiammatorie e infiammazione da cibo permette di impostare una dieta di rotazione settimanale volta alla riduzione dell’infiammazione e alla riconquista della tolleranza. Nella stessa settimana ci saranno dei giorni in cui evitare di mangiare gli alimenti a cui sei intollerante e dei giorni in cui invece reintrodurli, magari in piccole quantità.

Quando si parla di celiachia ci si dimentica che è possibile essere ipersensibili al glutine senza per forza essere celiaci.

La gluten sensitivity riceve ogni giorni di più maggiori conferme in ambito internazionale. Nella colonna qui a sinistra è possibile trovare tutta una serie di articoli che trattano di celiachia, gluten sensitivity e di come queste due entità possono interagire vicendevolmente.

Oltre a un test come Recaller o BioMarkers potrebbe rivelarsi utile sottoporsi anche a un esame delle feci per capire come funziona l’intestino.

Ad esempio è possibile eseguire:

L’esame chimico-fisico delle feci permette di valutare la presenza di residui alimentari nelle feci e insieme all’elastasi fecale è utile per comprendere come funziona la pancia.

Mentre l’elastasi fecale serve per valutare con la capacità del pancreas di produrre enzimi digestivi, l’esame chimico-fisico delle feci permette di avere un’idea più precisa dell’intero processo digestivo in cui entrano in gioco attori diversi oltre al pancreas a partire dallo stomaco, dal fegato, dall’intestino e via dicendo.

La calprotectina fecale invece è in indice di infiammazione intestinale ed è utile per distinguere tra le sindromi funzionali (come il colon irritabile) e le patologie infiammatorie.

L’esame delle feci è un utile complemento alle indagini ematiche. Oltre agli anticorpi anti-transglutaminasi (IgA e IgG) e agli anticorpi anti-endomisio è utile valutare anche gli anticorpi anti-gliadina (IgA e IgG) insieme alla ricerca delle IgE specifiche per il glutine e il frumento a cui aggiungere senza dubbio almeno un emocromo completo, un’elettroforesi proteica, un quadro elettrolitico oltre a sideremia, ferritina, colesterolo totale, colesterolo HDL, trigliceridi, glicemia (per valutare alcuni degli indici nutrizionali più rilevanti).

Con l’aiuto del proprio medico di fiducia si seguirà un inter diagnostico personalizzato che porterà alla decisione di effettuare o meno una gastroscopia e una biopsia duodenale per la conferma della diagnosi.

È possibile che sia necessario anche richiedere una valutazione della predisposizione genetica, con una analisi sui cromosomi, alla ricerca di due alleli “DQ2 e DQ8” che rappresentano la combinazione di conferma.

In passato sono state fatte molte diagnosi di celiachia che rivalutate oggi non segnalano la doppia presenza degli alleli indicati e che probabilmente potrebbero essere da considerare delle Gluten Sensitivity e non delle vere e proprie celiachie. È un tema che anni fa sembrava scandaloso porre e che oggi invece sta aumentando il suo valore grazie agli studi più recenti sui diversi tipi di reazione al glutine possibili. 

Dal punto di vista terapeutico in affiancamento alla dieta per il recupero della tolleranza è possibile utilizzare del colostro per la sua buona azione di stimolo immunitario.

Si utilizzerà ad esempio 1 capsula prima della prima colazione di un prodotto come IgComplex per cicli terapeutici di circa un mese anche ripetibili.

Utile anche l’integrazione con il magnesio. Si assumerà ad esempio 1 compressa di MetaRelax a prima colazione e 1 compressa a cena per cicli di circa un mese serenamente ripetibili. Il magnesio è utilissimo nella regolazione della contrattilità dell’intestino riducendo i crampi alla pancia e favorendo il transito intestinale.

Per finire è sempre utile ricordare che una corretta masticazione è il presupposto per una digestione efficace e molto spesso fastidi come quelli che descrivi sono dovuti alla troppa fretta mentre si mangia.

Il modo migliore per ricordarsi di masticare è appoggiare la posata tra un boccone e l’altro senza riprenderla in mano prima di aver finito di masticare con cura.