Elogio dell’antistaminico: quando la terapia antiallergica è veramente integrata

30 Maggio 2021
Elogio dell'antistaminico: quando la terapia antiallergica è veramente integrata

La primavera 2020 (la primavera del lockdown) sarà ricordata anche per la importante riduzione dell’inquinamento che si verificò per il blocco del traffico e degli spostamenti a livello quasi planetario. Questo ha portato anche a delle micro o macro variazioni nei calendari pollinici che si sono mantenute anche nei mesi successivi.

Inoltre, l’oscillazione delle temperature non aiuta a capire perfettamente cosa avvenga dal punto di vista atmosferico e le piogge alternate a momenti di intenso calore generano picchi di concentrazioni di pollini spesso imprevedibili.

Da allergologo e immunologo mi rendo conto che molte delle pratiche usuali di prevenzione, per anni coordinate nei “tempi giusti”, hanno effetti variabili per i quali diventa utile supportare le terapie antiallergiche preventive a lungo termine con farmaci sintomatici di uso immediato che vanno utilizzati con buon senso. 

La particolare evidenza di sintomi allergici nei diversi periodi di pollinazione (come detto, ora un po’ “confusi”), potrebbe anche essere legata ad una iperattivazione del sistema immunitario connessa con la paura consapevole o inconscia vissuta dall’inizio della pandemia di Covid a oggi.

Per la terapia antiallergica si possono integrare efficacemente trattamenti preventivi a lungo termine e uso occasionale di farmaci sintomatici.

In un mio articolo del 2001 (Paura dei pollini o delle minacce alla vita? Le allergie crescono quando fiutiamo il pericolo), spiegavo, dopo l’incontro con Rita Levi Montalcini al congresso europeo di allergologia di Berlino, quanto da lei espresso in un bellissimo intervento congressuale.

Secondo la nostra scienziata, la percezione emotiva di un pericolo vitale (e la pandemia di Covid lo è stata e lo è ancora) può attivare una intensa risposta di tipo allergico dovuta alla produzione di citochine che agiscono poi sul sistema immunitario. Rita Levi Montalcini ricevette il Nobel per la Medicina nel 1986 proprio per la scoperta di queste citochine e in particolare del Nerve Growth Factor – NGF

Che alla base di questa risposta allergica accentuata ci sia la preoccupazione vitale, che ci siano le particolari condizioni meteo del periodo, gli ultrapollini o che si tratti solo del “recupero” della stagione scorsa, passata un po’ sotto tono dal punto di vista allergologico grazie alle mascherine, si deve affrontare il problema in modo efficace.

Oggi, a fianco delle molte persone che hanno anticipato correttamente il trattamento antiallergico e stanno bene, c’è un certo numero di persone che, pur essendo in trattamento preventivo o terapeutico di tipo farmacologico, presentano fastidiosi sintomi allergici.

Ci sono giorni in cui si deve fare lo slalom per evitare le nuvolette di piumini che hanno invaso le nostre città e molti quindi patiscono una recrudescenza di congiuntivite, di rinite e di asma.

L’allergia esprime davvero un mondo particolare, soprattutto perché le cause “allergeniche” non sono le sole che scatenano starnuti e asma, e quando si affronta la terapia dei sintomi allergici è sempre necessario considerare l’insieme di cause che la possono favorire, a partire da quelle legate all’alimentazione, come spiegato da Brandt fin dal 2006, o quelle legate alla glicazione, come spiegato da Smith dal 2017.

Non solo, per l’asma si è visto che il controllo attivo della glicazione (che nel nostro centro valutiamo con il Glyco Test) può addirittura eliminare la risposta allergica e la reazione asmatica anche in presenza di uno stimolo allergizzante documentato (Togliendo gli zuccheri scompare anche l’asma). L’opzione del controllo alimentare rimane comunque una delle più valide a lungo termine se si vuole mantenere l’uso dei farmaci al più basso livello possibile.

Ma allo stesso modo ci sono persone che hanno già fatto o stanno facendo il trattamento iposensibilizzante a bassa dose e che stanno prendendo gli integratori adeguati, che in alcuni giorni hanno comunque bisogno di prendere magari mezza compressa di Zirtec, di Xyzal o di Kestine, alcuni tra i più classici antistaminici in uso.

Nella mia pratica professionale, ed anche nell’esperienza clinica del centro SMA in cui lavoro, dove da anni seguiamo persone con sintomatologie allergiche stagionali attraverso specifici percorsi terapeutici, il ricorso alla integrazione tra differenti modalità terapeutiche è sempre visto come una benefica scelta che tiene in considerazione tutti gli aspetti della persona.

Certo, se dovessi scegliere di usare un alto dosaggio antistaminico per una intera stagione primaverile farei alcune considerazioni sul suo uso, visto che ad esempio gli antistaminici possono indurre un aumento della resistenza insulinica e favorire l’aumento di peso, ma l’uso occasionale di un antistaminico classico aiuta a ridurre i sintomi in un momento specifico e ad avere una azione di rilassamento (gli antistaminici hanno spesso una concomitante azione detensiva) magari utile per una particolare situazione di vita.

La stessa cosa avviene quando la comparsa di un picco pollinico inaspettato provoca in una persona che sta facendo correttamente le sue terapie preventive una improvvisa crisi asmatica che rende utile l’impiego transitorio di uno spruzzo di Beta 2 stimolante (ad esempio del Ventolin).

La tipica visita improvvisa alla “zia Luigina” che vive in campagna in una giornata di vento spiega quale sia una delle classiche occasioni per questo tipo di intervento.

Ritengo queste scelte integrate tra le più utili per tenere da conto sia i benefici a lungo termine di un trattamento che rispetti l’equilibrio generale, sia gli effetti immediati di un trattamento solo sintomatico che non sviluppa effetti dannosi se usato solo transitoriamente. Sono quindi fortemente favorevole ad un uso integrato e a buon senso di farmaci sintomatici antiallergici ad integrazione delle misure di prevenzione già messe in atto. 

Con un ragionamento inverso, accade talvolta che persone che usano solo farmaci tradizionali patiscano per la persistenza di segnali di reazione, nonostante l’uso di antistaminici, antileucotrieni o cortisonici. Ecco allora che una maggiore attenzione alla dieta, l’uso di integratori antiallergici, come Oximix 3+ Allergo (2-3 capsule al giorno per qualche giorno) e Zerotox Ribilla (da 2 a 4 perle al dì), possono essere di enorme utilità nel controllo della sintomatologia.

Spesso l’impiego efficace di queste sostanze porta la persona a cercare soluzioni più sistemiche e meno sintomatiche negli anni successivi. Si tratta di terapie da utilizzare in modo integrato nel rispetto della sensibilità individuale.

Va poi ricordato, dando retta alla Montalcini, che anche due coccole, un bacio e un pensiero positivo possono aiutarci in modo ancor più fisiologico a stimolare una risposta antiallergica e a riprendere contatto con la fiducia nel futuro anziché con la sua paura, allergizzante.