Come reintrodurre senza paura gli alimenti?

di Valentina Chiozzi - Nutrizionista
1 Ottobre 2013
Come reintrodurre senza paura gli alimenti?

DOMANDA

Ho 26 anni, dal RecallerProgram è risultato che le mie ipersensibilità sono frumento, latte e lieviti. I miei familiari mi assillano perché ho paura di mangiare molti degli alimenti alternativi e anche quelli che potrei inserire nei giorni liberi li assaggio appena o li evito del tutto. Precedentemente ho fatto altri test e ho già eliminato parecchi alimenti, soprattutto carboidrati. Ho molta paura di stare male inserendoli. La ringrazio.

RISPOSTA

Cara lettrice,

la reintroduzione degli alimenti dopo un lungo periodo di eliminazione può risultare difficile.

Quando i livelli d’infiammazione sono molto elevati si può avere la sensazione che qualunque alimento crei problemi e spesso si scatenano delle vere e proprie fobie che si trascinano per mesi, a volte per anni. Il momento del pasto diventa angoscioso e limitare la varietà dei cibi e la loro quantità sembra l’unica soluzione possibile per “tenere tutto sotto controllo”.

Purtroppo, così facendo si peggiora la situazione perché l’organismo si disabitua al contatto con i vari antigeni e può iniziare a considerarli “pericolosi”.

Abbiamo già parlato più volte dei rischi che possono derivare dalle diete di eliminazione. Tuttavia, con un po’ di pazienza e di metodo, è possibile reintrodurre nella propria dieta gli alimenti evitati per lungo tempo.

Il principio su cui si basa il reinserimento è quello utilizzato nello svezzamento. Si assaggiano piccole quantità di alimento per volta e si attendono 2-3 giorni prima di un secondo tentativo. In questo modo gli eventuali effetti indesiderati saranno minimi o del tutto impercettibili e il sistema immunitario re-imparerà a riconoscere quel cibo come “non pericoloso”. Tutti nasciamo allergici e intolleranti, ma attraverso lo svezzamento acquisiamo la tolleranza immunologica ai vari alimenti.

Nel capitolo 9 del libro “Come una pentola a pressione” viene spiegato molto dettagliatamente come applicare il metodo, ma in molti casi serve l’aiuto di un professionista per personalizzarlo e adattarlo al singolo caso.

Da anni nel nostro centro (SMA di Milano) chi presenta problemi di infiammazione da cibo viene seguito e accompagnato verso la guarigione attraverso uno specifico percorso terapeutico.

Non conoscendo la sua storia, ma solo gli ultimi esiti di RecallerProgram, è complicato dare indicazioni mirate.

Il primo suggerimento pratico che le posso dare, per la reintroduzione del frumento e dei cereali in generale, è questo: cuocia uno spaghetto o una penna di pasta di kamut, di farro o di grano duro nell’acqua in cui cuoce il riso (o qualunque altro cereale riesca a tollerare); scoli l’acqua, eliminando la penna, e mangi solo il riso. Se il tentativo va a buon fine, cioè senza effetti indesiderati o comunque minimi, ci riprovi dopo due giorni. A seguito di due tentativi andati a buon fine, potrà procedere mangiando progressivamente piccole quantità di pasta, ad esempio 1/4 di penna,  metà e così via fino ad arrivare ad un piatto.

In alternativa al riso o ad altri cereali senza glutine può usare le patate come fonte di carboidrati.

Anche per quanto riguarda latticini e lieviti può usare un sistema analogo: inizi con un cucchiaino di latte o un pizzico di parmigiano mescolati alle verdure cotte, oppure con un po’ di pane grattugiato nelle polpette. In qualche settimana si ritroverà ad accompagnare le insalatone con qualche bocconcino di formaggio e crostini di pane integrale.

Deve solo vincere la paura iniziale e acquisire un po’ di fiducia. Constaterà lei stessa che si può fare pace con il cibo.