Rischio diete di eliminazione: perché le ciliegie non ci fanno scoppiare

4 Febbraio 2008
Rischio diete di eliminazione: perché le ciliegie non ci fanno scoppiare

Ho letto con interesse l’articolo : “Guarire le allergie alimentari è possibile“.
Personalmente, Vi leggo sempre con piacere, e i Vostri consigli mi hanno aiutato a guarire da molti, fastidiosi malanni. Ma stavolta, sono molto perplesso: quando dite che “Eliminare un alimento per più di qualche giorno, comporta un elevatissimo rischio di shock anafilattico”. Mi piacerebbe proprio leggere le  “ricerche” in proposito!
Fin dalla preistoria, l’uomo elimina, giornalmente, dalla propria dieta, decine e decine di alimenti, anche per un anno, o più.  Quando li reimmette, non succede mai niente! Pensate alle  ciliegie, alle castagne, alla polenta e a tutti i cibi che si mangiano una volta all’anno: mangiare frutta e verdura di stagione, vuol dire mangiare qualcosa per una settimana o un mese, e poi arrivederci all’anno successivo! Si mangiano, spesso, a crepapelle (penso alle ciliegie, di mia produzione ) e poi si  dimenticano, per un’altro anno.
Se fosse vero quello che dicono certe  “ricerche”, sarebbe un’ecatombe!
Cordialmente.

Gentilissimo Lettore,

abbiamo deciso di pubblicare (anonima) la risposta alla sua lettera per ribadire con forza alcuni punti chiave del nostro approccio al trattamento delle intolleranze alimentari. Non vogliamo soffermarci ad enunciare le ricerche che confermano quanto detto: chi fosse interessanto può consultare le pagine del nostro sito relative a questo argomento in cui potrà trovare anche i riferimenti bibliografici agli articoli pubblicati su alcune delle più prestigiose riviste scientifiche. Il rischio derivante dalla eliminazione di alimenti presenti nella alimentazione abituale è purtroppo molto rilevante.

Uno dei cardini fondamentali nel nostro approccio al trattamento delle ipersensibilità alimentari riconosce infatti la pericolosità delle diete di eliminazione. Il trattamento delle intolleranze alimentari deve prevedere una dieta di rotazione settimanale in cui si decidono dei giorni di dieta (in cui non è possibile mangiare gli alimenti a cui si è più sensibili) e dei giorni di libertà (in cui è obbligatorio reintrodurre questi alimenti). Solo in questo modo è possibile stimolare l’organismo a recuperare fino in fondo la tolleranza nei confronti dei cibi, e aiutarlo a tornare a una alimentazione varia e gustosa. 

Questo tipo di impostazione non a caso riflette le modalità dello svezzamento. Il bambino poco alla volta introduce tutti gli alimenti e impara che non sono dannosi per il suo organismo. Questo processo naturalmente non è indolore: ogni introduzione nel bambino si accompagna a possibili fastidi gastroenterici, cutanei ecc., che riflettono la reattività del sistema imminitario nei confronti dei nuovi alimenti introdotti.

Come nello svezzamento, la dieta per il recupero della tolleranza può anche generare dei fastidi: nei giorni in cui si reintroducono gli alimenti a cui si è intolleranti possono comparire tutte quelle manifestazioni che rappresentano il segnale di un aumento dei livelli di infiammazione dell’organismo. Con il passare del tempo l’organismo riscopre però la tolleranza nei confronti di questi cibi e progressivamente si riduce la reattività del sistema immunitario

Nella nostra pratica clinica siamo inoltre soliti utilizzare una modalità che riassumiamo con il motto “Crudo, vivo e colorato“. Significa semplicemente che bisogna mangiare un pezzo di verdura o di frutta non cotta e non condita prima di ogni pasto, prima colazione compresa. Il razionale di questa pratica risiede nel fatto che tutti i vegetali contengono panallergeni.
Nella comprensione della utilità dei panallergeni sta il senso della nostra risposta: chi mangia frutta e verdura quotidianamente o quasi rimane “protetto” dalla novità annuale della ciliegia.
Gli allergeni sono le molecole riconosciute dal sistema immunitario mentre il suffisso “pan” indica che queste molecole sono presenti in tutte gli alimenti commestibili per l’uomo. Inoltre frutta e verdura sono alimenti ancora vivi e vitali e quindi sono riconosciuti come potenzialmente estranei dal sistema immunitario che si attiva per contrastare l’invasione. Ben presto però questo riconosce che frutta e verdura sono totalmente innocue e sviluppa tolleranza nei loro confronti e conseguentemente nei confronti dei panallergeni e di tutti gli alimenti che stiamo per introdurre con il pasto

Questo tipo di meccanismo spiega come possiamo permetterci di mangiare le ciliegie una volta all’anno senza che si sviluppino reazioni immunitarie inconsulte. La tolleranza nei confronti delle ciliegie è garantita dalla fatto che durante tutto l’anno siamo entrati in contatto con i panallergeni presenti negli altri vegetali.

Con la pratica del “Crudo, vivo e colorato” cerchiamo, soprattutto nei bambini, di stimolare il sistema immunitario a sviluppare tolleranza nei confronti di tutti gli alimenti, un po’ come succede per le ciliegie una volta l’anno.