L’obesità, e i suoi effetti in gravidanza

25 Aprile 2012
L'obesità, e i suoi effetti in gravidanza

Il 9 di aprile sul sito della celebre rivista medica Pediatrics, esce una notizia di estremo interesse in un momento in cui di autismo si sta parlando tanto; come d’altronde si sta parlando molto anche di condizioni metaboliche e obesità. Questi sono i temi appunto affrontati dalla ricerca che, analizzando un gruppo di bambini californiani tra 24 e i 60 mesi per un periodo che è andato dal 2003 al 2010, ha riscontrato una percentuale significativamente maggiore di madri obese e con disturbi metabolici tra i bambini che soffrivano di autismo o ritardi dello sviluppo, che nei bambini del campione senza disturbi assimilabili.

La gravidanza è un momento fisiologicamente importante per il bambino oltre che per la madre. Mentre è nella pancia della mamma il nascituro riceve segnali più che rilevanti, come dimostrano le ricerche sulla scelta nutrizionale della madre (ad esempio attraverso la nausea gravidica e le “voglie”, oppure la scelta di usare grassi omega-3), e gli studi nuovi, sull’alimentazione e il supporto delle madri in gravidanza per il benessere di mamma e figlio, oggi in sviluppo anche grazie al contributo del professor Enrico Ferrazzi, docente dell’Università di Milano e primario del reparto di ginecologia presso l’ospedale Vittore Buzzi (un contributo del quale Eurosalus tratterà a breve).

Il dottor Richard Besser, che ha commentato la notizia nel corso del programma Good Morning America, nei giorni scorsi, ha correttamente dichiarato che se l’obesità o la problematica metabolica della madre può non essere l’unico elemento in grado di portare all’autismo del piccolo, può essere un carattere importante da analizzare e considerare, almeno in questo momento di condizione ambientale.

La gravidanza dovrebbe essere un momento di fisiologico star bene per il bambino e per la mamma. Scegliere per il proprio benessere potrebbe essere una scelta per altro molto più semplice di quanto possa apparire. L’obesità non è uno scherzo, ma avere un figlio per sempre più donne rappresenta un motivo in più per fare attenzione alla propria alimentazione e al proprio stile di vita. Scelte errate o superficiali come il sottoporsi ad una dieta ipocalorica, magari anche senza un’indicazione importante di movimento quasi quotidiano, può portare a vivere come un insormontabile muro il fatto di perdere peso, massa grassa, ricominciare a stare bene per avere un figlio e averlo in maniera sana.

È anche da considerare, infatti, che una grande parte dei concepimenti nella donna che non stia bene davvero non giungano a fine gestazione. Aprire la porta della gestione metabolica attraverso i corretti segnali e le corrette regole rappresenta invece una soluzione più utile e facile per il raggiungimento della forma fisica e della salute. Mettersi a dieta prima di intentare una gravidanza o cambiare le proprie abitudini alimentari almeno durante la stessa rappresenta una scelta bella, apprezzabile e consona, nel rispetto della salute propria e del figlio, purché sia fatta con gli adeguati mezzi e sistemi, e con una dieta quindi che si occupi con rispetto della fisiologia e attenzione alla biochimica, della salute del bambino e della mamma.