Alcol e salute: i segreti per una relazione virtuosa

8 Marzo 2012
Alcol e salute: i segreti per una relazione virtuosa

L’alcol, assunto sotto certi livelli sembra addirittura proteggere dall’insorgenza di alcuni tipi di malattie cardiovascolari e far bene alla salute, rendendo l’aspettativa di vita di chi beve entro certe modalità addirittura migliore di quella di chi è astemio. L’uso dell’alcol in maniera equilibrata e sana può addirittura fare bene, ed è un peccato che oggi le abitudini italiane (come documenta il Ministero della Salute) non sembrino andare in questa direzione.

Negli ultimi anni la consumazione di amari o superalcolici lontano dai pasti è incrementata notevolmente su tutte le fasce di età. Il fenomeno, detto “binge drinking” rappresenta un problema notevole dal punto di vista della salute: l’alcol entra in circolo subito e oltre a influenzare il sistema nervoso centrale e non solo, crea problemi a livello epatico e gastrico (tale pratica è certamente ancora meno utile e più dannosa qualora ad esempio si soffra di gastrite). Inoltre, come ricorda l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro, con sede a Lione, l’uso sconsiderato dell’alcol è stato correlato allo sviluppo di parecchie tipologie tumorali (tra questi, quelli della cavità orale, della faringe, della laringe, dell’esofago, del fegato, del colon, del retto, e della mammella nelle donne).

È triste, oggi 8 marzo, che tale atteggiamento nei confronti dell’alcol sembri star colpendo soprattutto le ragazze tra i 14 e i 17 anni, età nella quale più di tutte si comincia ad essere donne davvero. Nella suddetta fascia di età la pratica del “binge drinking” è raddoppiata negli ultimi 15 anni, toccando il 14,6% delle ragazze totali. Non sarebbe grave, se non fosse che esistono modi più sereni, positivi, salutari per vivere l’alcol e il divertimento, oltre che la propria crescita. Sembra che la ricerca sia quella della “ubriacatura”, per sentirsi più disinibiti e facilitati nelle comunicazioni. E se da una parte è vero che “in vino veritas”, è anche vero che, quando è troppo, l’effetto diviene inibitorio facendo venir meno quella parte di naturale e produttivo controllo che fa di ciascuno la persona bella e speciale che è.

Divertirsi è possibile anche senza alcol; anzi, la produttività delle relazioni, la comunicazione vera può venire fuori quando ciascuno si senta se stesso e nel proprio corpo invece che “fuori”, almeno entro certi limiti. Si prenda ad esempio lo stato di meditazione, oppure l’ipnosi. Generalmente chi applica l’ipnosi in terapia (illegale in Italia) spiega bene come grazie alla consapevolezza profonda del proprio stato di coscienza e presenza, il viaggio possa essere guidato dall’esterno ma sia comunque e sempre controllato e scelto dall’interno, tanto da portare ipnoterapeuti a dire che ogni ipnosi consiste in realtà in una “autoipnosi”. È la stessa cosa che accade quando si medita: ciò che non serve e “blocca” viene scartato mentre resta la mediazione personale su ciò che si pensa, ciò che si vuole, ciò che si è.

È interessante notare come alcune pratiche meditative (anche di soli 15 minuti al giorno) partano dal movimento del corpo per lasciare da parte i blocchi inutili (lasciando invece presente la scelta consapevole). Allo stesso modo è interessante la consuetudine di “aspettare di aver bevuto” per ballare, quando il ballo potrebbe da solo far entrare nella parte più spontanea di se stessi.

L’alcol, nei livelli che peraltro sono quelli che proteggono dallo svilupparsi di patologie di vario tipo e di miglioramento della speranza di vita, può entrare in tale processo, disinibendo in maniera delicata e controllata, quasi impercettibile, mantenendo invece salda la propria personale consapevolezza e presenza come persone. Generalmente la quota consigliata, quella che migliora aspettativa di vita, si situa attorno ai 30 grammi giornalieri per l’uomo adulto e 15 grammi giornalieri per la donna.

Il calcolo può essere ottenuto facilmente osservando la percentuale alcolica della bevanda: il grado alcolico rappresenta il volume in ml dell’alcol su 100 ml di bevanda (la percentuale volumetrica). Si consideri ad esempio del vino rosso a 15 gradi: 100 ml di vino conterranno 15 ml di etanolo (alcol). Poiché un ml di etanolo pesa 0.75 grammi, in 100 ml di vino saranno presenti 0.75×15=11.25 grammi di alcol. Le porzioni alcoliche (bicchiere di vino, bottiglia di birra, shot o bicchierino di superalcolico) sono in genere calcolate in modo tale da contenere 13 grammi di alcol circa. La cosa migliore sarebbe assumere l’alcolico assieme a porzioni equilibrate di proteine e grassi. In questa maniera l’alcol impiegherà un po’ più di tempo per essere assorbito ed entrare in circolo risultando in un effetto modulato e forse ancora più efficace della “sbronza” anche a livello comunicativo o relazionale. Mangiare ad esempio qualche noce o mandorla mentre si beve il proprio aperitivo o drink fa esattamente questo effetto, diminuendo per altro l’effetto ingrassante della bevanda.

Un uso delicato e accurato dell’alcol è sempre stato parte del background culturale degli italiani e delle italiane. È bello pensare, ancora di più oggi, Festa della Donna, che tale buona abitudine ritorno o continui ad essere tra le nostre. All’interno del sano piacere di godere la propria vita. E se sarà un brindisi, che lo sia alla salute.