Nichel solfato

21 Febbraio 2012
Nichel solfato

Il nichel è un metallo presente in molti oggetti di uso comune e per questo è difficile evitarne il contatto nella vita quotidiana.

Viene ceduto in minima quantità dalle leghe metalliche, ma risulta poco tossico in quanto scarsamente assorbito dall’organismo.

Tuttavia può essere talvolta responsabile di alcune patologie, prevalentemente da contatto. Inoltre può essere presente come contaminante nelle acque di acquedotto e benché questa contaminazione sia pressoché irrilevante da un punto di vista tossicologico, può però arrecare qualche disturbo alle persone particolarmente sensibili alla sostanza, ma le indicazioni sulla sua eventuale restrizione che comporti l’uso di acqua minerale anche per cucinare è rarissima e limitata a casi di estrema gravità.

Negli ultimi anni, allergie, intolleranze ed infiammazioni dovute al nichel stanno aumentando di frequenza. Anche se molti ritengono che siano prodotte unicamente dal contatto con le leghe metalliche che lo contengono, secondo studi recenti un buon numero di queste patologie guarisce – o almeno migliora nettamente – seguendo una dieta di rotazione sui cibi ad elevato contenuto di nichel solfato (o solfato di nichel).

Una delle cause che ha portato ad una maggiore presenza di sovraccarico da solfato di nichel è legato all’uso massiccio da parte dell’industria alimentare di grassi vegetali idrogenati e non idrogenati. In virtù della presenza di abbondanti residui di solfato di nichel nella lavorazione dei grassi vegetali la dieta di chi ha un’infiammazione dovuta al nichel oggi è una dieta che agisce in particolare su molti cibi industriali.

La possibilità che i sali di nichel siano introdotti con l’alimentazione è diventato un problema rilevante. Recenti lavori scientifici hanno evidenziato con precisione che la sintomatologia tipica dell’allergia al solfato di nichel è dovuta in realtà anche all’introduzione alimentare di sostanze che lo contengano.

In molti cibi si trova un contenuto minimo di solfato di nichel, ma la nostra scelta è di agire con una dieta mirata solo sugli alimenti che ne contengono in buona misura. In particolare, vengono inseriti nella dieta quali cereali contenenti nichel il mais e l’avena, anche se il miglio, il grano saraceno, il frumento e il riso ne contengono anch’essi, ma in misura molto inferiore.

Per questi ultimi cereali, dunque, come regola generale va considerato che la presenza di nichel nel chicco (cereale o estruso) è trascurabile, mentre la macinazione della farina porta invece una presenza variabile e spesso elevata di residui di nichel.

In caso di particolare sensibilità individuale è possibile che anche alcuni dei cereali sopra citati vengano considerati, solo su specifica indicazione medica, tra gli alimenti contenenti nichel.

Elenco dei cibi e delle sostanze contenenti nichel da evitare a rotazione

Spinaci, funghi, kiwi, cacao, pomodoro, pera, asparagi, rabarbaro, uva passa, prugne.

Lenticchie: sono le leguminose con il massimo contenuto di nichel. I fagioli e i piselli (in ordine decrescente) ne contengono meno per cui è possibile usarne purché non siano inseriti quotidianamente nella dieta.

Mais, cipolla: per cipolla e mais, è da escludere l’uso abbondante, mentre la quantità di cipolla necessaria per insaporire, i pochi chicchi di mais che possono dar colore a un’insalata o una manciata di corn flakes di tanto in tanto nel latte della prima colazione sono ammessi dalla dieta. La polenta, una zuppa di cipolle, mezzo sacchetto di corn flakes o di pop corn vanno ovviamente considerati come “uso abbondante” di questi alimenti.

Avena: risulta uno dei cereali con contenuto maggiore.

Aringhe, ostriche, cibi in scatola di latta di qualunque genere.

Frutta secca e semi oleosi: mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli, arachidi, noci, sesamo, cocco essiccato (si trova soprattutto grattugiato per uso dolciario), semi di lino, di zucca o di girasole, vanno tutti eliminati se sono tostati o cotti. Talvolta, su indicazione medica, gli stessi semi oleosi semplicemente sgusciati o freschi possono essere utilizzati senza esagerare. I processi di conservazione e di tostatura comportano infatti una possibile alterazione degli oli contenuti. La farina di ”kokkoh” contiene sesamo.

Margarine e grassi vegetali (idrogenati o non): alla loro preparazione concorrono diversi oli, e molto spesso quelli di mais, di soia e di arachide. Vengono usati a livello industriale soprattutto come “amalgamanti”, e la loro presenza nell’alimentazione comune è veramente ragguardevole. Salvo qualche rara eccezione, i grassi vegetali vanno ritenuti presenti nei gruppi di alimenti industriali indicati di seguito. Esempi comuni di prodotti che ne contengono e vanno quindi eliminati nei giorni di dieta sono tutti i prodotti in sacchetto (cracker, biscotti, grissini, patatine fritte, arachidi e noccioline tostate), i pani speciali (come quelli conditi, all’olio, numerosi pani integrali, le fette da toast, le focacce, i crostini), cioccolato, gelati, caramelle, tutta la pasticceria e la biscotteria industriale (merendine, biscotti, brioche, pasticcini e tutti gli snack), i dadi da brodo (anche quelli solo vegetali), alcune marmellate, il fast food, i cibi fritti.

Oltre agli alimenti indicati sopra, l’esclusione va attuata per tutti i cibi cotti contenenti oli di qualunque tipo perché gli oli cuocendo vanno soggetti a modificazioni analoghe a quelle dell’idrogenazione. Anche quando un’etichetta segnala la presenza di “olio non idrogenato” o di “olio naturale”, non si può sapere con certezza quale sia la composizione finale del grasso al termine della cottura.

Attenzione al fumo

Il fumo di tabacco porta il nichel non solo a contatto con bocca e occhi ma anche nella profondità dei polmoni e soprattutto lo fa entrare nel circolo sanguigno immediatamente, per cui la concentrazione di nichel nell’organismo cresce in modo evidente. Dalla combustione delle foglie di tabacco a soli 43°C si sviluppa la produzione di nichel-carbonile che viene inalato o passato nel sangue attraverso il contatto con la mucosa. Ridurre l’apporto alimentare di nichel è perciò fondamentale, ma non si potrà trovare un vero equilibrio se si continuerà a introdurne con il fumo.