Eosinofili e intolleranze alimentari: infiammazione e infortuni sportivi?

di Gabriele Piuri - Medico Chirurgo
27 Ottobre 2006
Eosinofili e intolleranze alimentari: infiammazione e infortuni sportivi?

DOMANDA

Abito a Reggio Emilia e sono un atleta di 44 anni, pratico da molti anni sport di endurance (triathlon, maratone, gran fondo…). Ogni volta, già da parecchi anni, noto che tutte le volte che faccio gli esami del sangue i valori degli eosinofili sono alti (gli ultimi 12,4 % – range normale 0,9-8,0%) e questa situazione si protrae da molti anni. Premetto che non ho alcun tipo di disturbo, la mia dottoressa qualche anno fa mi fece fare un esame delle feci per vedere se c’erano parassiti, ma tutto negativo. Ho anche eseguito l’anno scorso un test da cui è risultata una lieve intolleranza ai latticini e al caffè. C’è per caso qualcosa che posso fare per capire questo fenomeno?


RISPOSTA

Gentilissimo lettore,

la presenza di eosinofili ad una percentuale elevata è indice di due possibili diverse condizioni: una parassitosi intestinale (vermi, protozoi, ossiuri eccetera) oppure una situazione infiammatoria di base legata al cibo.

Il valore che lei segnala come normale è un valore assolutamente immaginario! Infatti gli eosinofili sono “normali” ad una percentuale totale dei globuli bianchi che va da 1 a 3.

Negli ultimi anni però, poichè stanno crescendo le allergie e le intolleranze nella popolazione media, e quindi aumentano i valori degli eosinofili in molte persone, molti laboratori hanno portato verso l’alto il valore di riferimento, commettendo secondo noi una scorrettezza di metodo.

È un po’ come se il tasso di alcolemia da rilevare col palloncino venisse alzato perché molti guidatori sono già ubriachi.

Quindi lei ha un valore di eosinofili decisamente alto (intorno ai 12%) ma anche se lo avesse a 5% lo avrebbe alto lo stesso pur senza l’indicazione di conferma del laboratorio.

Il fatto di non avere a disposizione (come per il colesterolo) un farmaco che abbassi i valori di eosinofili ha portato la medicina a alzare i valori di riferimento senza chiedersi il significato di questo aumento nella popolazione.

Nel suo caso specifico lei sta evidentemente (non avendo disturbi percepibili) tenendo la situazione infiammatoria provocata dagli eosinofili sotto controllo.

Tenga presente che non esiste una “lieve intolleranza”, esiste una reattività alimentare, e questa va riequilibrata. Se lei ha avuto una indicazione di ipersensibilità ai latticini e al caffè, l’uso di queste sostanze può mantenere elevati gli eosinofili e tenere il suo organismo sotto “pressione”. E non escludiamo che una dieta che non rispetti questi dati sia anche la possibile causa degli infortuni muscolari a cui fa riferimento in un altro pezzo della sua lettera.

Una valutazione della situazione infiammatoria di base può essere effettuata attraverso un test di valutazione di BAFF e PAF. Seguendo poi gli schemi nutrizionali proposti sulla base del livello di infiammazione e delle reattività individuali, si ristabiliscono le adeguate abitudini alimentari, affiancando sul piano nutrizionale qualunque terapia indicata sul piano clinico.

Riprenda serenamente la sua dieta per ridurre gli aspetti infiammatori.

Ricordi che fenomeni come l’artrite sono strettamente correlati con allergie e infiammazioni su base alimentare, e che quindi la sua propensione all’infortunio o alla fatica muscolare potrebbero essere strettamente correlati al modo in cui mangia.